Dal laboratorio controlli qualità mobili Catas, prove su materiali e vernici per verificare le proprietà antibatteriche delle superfici

E’ ormai appurato che l’igiene rappresenta un elemento di particolare importanza per tutti. In questo senso cresce sempre di più la sensibilità da parte dei consumatori nei confronti della protezione delle superfici dalla contaminazione microbica negli ambienti di vita, soprattutto per la prolungata permanenza delle persone negli ambienti interni, siano essi domestici, piuttosto che uffici pubblici e privati, strutture comunitarie (ospedali, scuole, caserme, alberghi, banche, etc.), locali destinati ad attività ricreative e/o sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive, etc.), mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc.),
Il laboratorio controllo qualità mobili dell’Istituto Catas di San Giovanni al Natisone è particolarmente impegnato nella valutazione degli indici di contaminazione microbiologica negli ambienti di lavoro e anche in campionamenti e analisi di prova su materiali, vernici e superfici rispondendo così a una necessità sempre più diffusa tra i produttori di materiali nei diversi settori.
La possibilità di conoscere l’idoneità di un certo materiale a determinate lavorazioni o la compatibilità di determinate materie prime, sono importanti informazioni che possono essere ottenute con accurate analisi fisico-chimiche e meccaniche. Le analisi sui materiali e il patrimonio di conoscenze del Catas possono dunque aiutare le aziende ad operare le scelte migliori, in particolare nell’ambito delle emissioni di composti organici volatili e sulla verifica della qualità delle superfici antibatteriche, settori in cui l’istituto offre alle aziende abbonate un servizio completo di verifica sui prodotti e di informazione sul panorama legislativo italiano ed estero. Nel 2008 la US Environmental Protection Agency ha registrato cinque prodotti in lega di rame con la rivendicazione che il rame “uccide il 99,9% dei batteri in due ore”. Tale rivendicazione era supportata dalla scoperta che gli oggetti realizzati in leghe di rame (corrimano, maniglie, pulsanti di chiamata, rubinetti), esposti ad un ambiente con un notevole carico microbiologico, erano soggetti a una contaminazione microbica molto più bassa rispetto ad altri materiali.
L’idea di superfici attive capaci di eliminare i germi dopo un breve periodo di contatto è molto attraente, anche per la vasta gamma di applicazioni possibili come pavimenti, pareti, superfici di mobili e oggetti destinati ad essere manipolati da molti utenti. Di qui la ricerca di composti e molecole che incorporati in materiali diversi (tipo l’argento, il triclosan, il biossido di titanio), impediscano la proliferazione di microrganismi nocivi.
L’argento è noto da secoli per le sue proprietà antisettiche. L’azione antibatterica dell’argento si basa sulla capacità degli ioni argento, biologicamente attivi, di interagire con i siti di legame nelle membrane cellulari di un ampio spettro di batteri e di danneggiarne irreversibilmente i principali sistemi enzimatici, impedendone così la proliferazione. Gli antimicrobici a base di argento utilizzano un meccanismo di scambio ionico a rilascio graduale che garantisce un effetto di lunga durata.

Il triclosan inibisce la crescita di microorganismi come alghe e batteri mediante un meccanismo elettrochimico di penetrazione e distruzione delle pareti cellulari. Il danno alle pareti cellulari comporta la fuoriuscita di metaboliti e la disattivazione di altre funzioni cellulari, con conseguente inibizione della riproduzione cellulare.

Gli antimicrobici a base di isotiazolinone hanno un ampio spettro di attività su diversi microorganismi, interagendo e ossidando le funzioni tioliche accessibili delle cellule.

Gli antimicrobici a base di zinco piritione inibiscono la crescita di funghi, lieviti, muffe e batteri. Il meccanismo d’azione consiste nella depolarizzazione della membrana con conseguente inibizione dei processi di trasporto del substrato. È utilizzato come antivegetativo in vernici e sigillanti.

Il biossido di titanio può uccidere i batteri dopo attivazione con luce UV. Incorporato in formulati per pitture, riduce la contaminazione superficiale da batteri e altre sostanze organiche mediante reazioni di fotocatalisi, cioè ossidazioni attivate dalla luce.

Gli agenti antimicrobici sono stati utilizzati tradizionalmente per proteggere i prodotti dal biodeterioramento e per prolungare la loro durata in servizio, e il loro utilizzo come mezzo per contrastare attivamente la deposizione e la proliferazione di germi sulle superfici è relativamente recente. In effetti, il primo standard internazionale finalizzato a valutare l’efficacia antibatterica delle superfici (ISO 22196) è stato pubblicato solo nel 2007 ed allora aveva come campo di applicazione le sole materie plastiche. La seconda edizione del 2011, invece, (Misura dell’attività antibatterica sulle superfici plastiche e su altre superfici non porose) ha esteso lo scopo anche a superfici non porose generiche, permettendo quindi di coprire anche altri prodotti come elettrodomestici, oggetti per la cura della persona, per uso medicale, accessori per gli animali domestici, accessori per gli interni degli aerei e molto altro ancora.
La norma internazionale eredita la metodologia di prova già sviluppata in Giappone nel 2000 con lo Japanese Industrial Standard JIS Z 2801: 2000 Prodotti antimicrobici. Test per l’attività antimicrobica ed efficacia. La pubblicazione anteriore dello standard JIS rispetto all’ISO è un segno della cura per l’igiene radicata nello stile di vita giapponese e dell’attenzione di questa popolazione per le nuove tecnologie disponibili per migliorare le condizioni igieniche.

Il laboratorio controllo qualità mobili di Catas, che concorre al miglioramento della qualità e dell’affidabilità dei prodotti, a vantaggio degli utilizzatori e dell’ambiente, applica questi metodi di prova a vernici e superfici, rispondendo così ad una necessità sempre più diffusa tra i produttori di materiali per il rivestimento dell’arredo, anche per uso domestico. E per i produttori che vogliono certificare i loro prodotti antibatterici, l’Istituto raccomanda un attento uso dei rapporti di prova emessi dai laboratori di certificazione.
Questi rapporti devono infatti contenere alcune informazioni essenziali: il riferimento al metodo di prova utilizzato, l’unità di misura con cui sono espressi i risultati e la descrizione dettagliata del materiale di prova. Senza queste informazioni è impossibile per l’utente confrontare le prestazioni di diversi prodotti e scegliere quello più adatto per l’impiego desiderato. E’ inoltre importante ricordare che i risultati ottenuti con un certo metodo di prova si riferiscono alle condizioni sperimentali specificate nel metodo e non riflettono l’attività antibatterica in altre situazioni dove una varietà di fattori quali temperatura, umidità, presenza di diverse specie batteriche e nutrienti devono essere presi in considerazione.

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