Emergenza usura nel Lazio, Tortosa preoccupato

Il vicesegretario per il Lazio dell’Italia dei Valori: “Necessario un piano organico per combattere una piaga sociale così profonda”

Roma – “Si prevede la chiusura di 3000 attività nella sola Roma ed è ovvio che non è solo la crisi economica ad aver inciso. L’usura, in questo drammatico gioco, ricopre un ruolo letale”. Sono queste le parole del vicesegretario per il Lazio dell’Italia dei Valori, Oscar Tortosa, riguardo a un fenomeno che sembra dilagare a macchia d’olio in tutta la regione: il racket dell’usura.

L’allarme è stato lanciato dalla Confesercenti che ha stimato l’esistenza di circa ventottomila commercianti sotto ricatto. Secondo i dati, l’agonia di tutto il settore si è acuita negli ultimi due anni, con seimila esercizi chiusi dal 2008 ad oggi, trentamila posti di lavoro persi e un giro d’affari di 3,3 miliardi di lire. “La malavita controlla moltissime attività, soprattutto da quando la camorra napoletana ha spostato il proprio asse di interesse verso la Capitale. A questo – continua l’esponente del partito guidato da Antonio Di Pietro – si aggiungono gli affitti esorbitanti che vanno a gravare su una situazione già di per sé d’emergenza. E’ necessario che l’amministrazione si faccia carico di questa drammatica situazione con un piano organico che aiuti questa gente”. I negozianti romani sono pronti alla protesta spegnendo le insegne e le luci delle vetrine per denunciare la loro situazione. “Queste sono vite strozzate dall’usura. Bisogna assumersi le proprie responsabilità e intervenire per prevenire e contrastare lo strozzinaggio ad ogni costo – conclude Totosa – . Per questo motivo bisogna coinvolgere le banche e rendere più agevolato l’accesso al credito”.

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