Cambieresti lavoro? Sì, per un aumento di stipendio

Forse non del tutto a sorpresa è l’aumento di stipendio il desiderio più grande degli italiani in cerca di un nuovo impiego: ben 8 lavoratori su dieci sarebbero infatti disposti a lasciare il posto già occupato se potessero guadagnare di più. Tra le principali motivazioni a cambiare lavoro, il livello retributivo “batte” quindi la crescita professionale e la necessità di una maggiore aderenza al proprio percorso di studi. Del resto, in questo campo gli italiani non sembrano aver bisogno di particolari conferme, tanto che 7 lavoratori su 10 dichiarano di sentire il proprio impiego in linea con il percorso formativo effettuato.

Nonostante la ricerca di una retribuzione più elevata, sono comunque molti gli italiani che considerano ideale il proprio lavoro, il 62%; una percentuale non molto diversa, però, afferma anche di ritenere il proprio impiego un semplice modo per guadagnarsi da vivere, o poco più. «In Italia, si registra una curiosa parità tra chi sostiene di svolgere il lavoro ideale e chi lo ritiene esclusivamente una fonte di reddito», commenta l’Amministratore Delegato di Randstad Italia Marco Ceresa.

Dal Randstad Workmonitor, indagine sul mondo del lavoro realizzata da Randstad in 33 diversi Paesi, emerge dunque una forte inclinazione degli italiani verso la mobilità. La disponibilità a cambiare lavoro si mostra in effetti più spiccata in Italia di quanto non sia in molti altri Paesi europei. Non per questo, tuttavia, i dipendenti italiani tradiscono imprudenza: al contrario, il 62% degli intervistati chiarisce di non avere alcuna fretta; il 79% del campione precisa inoltre di non aspettarsi che un ipotetico nuovo impiego coincida con un’autentica svolta professionale.

Un pragmatismo, quello italiano, utile forse a spiegare un dato che distingue in modo piuttosto marcato i dipendenti della penisola da quelli del resto d’Europa: l’82% degli intervistati in Italia ha svelato al secondo player mondiale nei servizi di risorse umane di essere al momento concentrato sulla possibilità di una promozione nel proprio impiego attuale. Nel mondo, solo Messico, India e Brasile registrano in merito percentuali più elevate.

Chi si mette a caccia di un nuovo impiego in Italia sembra a ogni modo considerare valido l’aiuto delle società di recruiting. Come confermato dai più recenti dati statistici, sempre più frequentemente chi cerca lavoro si affida con fiducia alle agenzie specializzate: il 69% degli intervistati ritiene infatti che a partire da un lavoro temporaneo si possa più facilmente avere accesso a un impiego più stabile e duraturo. La formula viene in particolare considerata idonea agli aspiranti lavoratori più giovani.

«In questo contesto – spiega l’Amministratore Delegato Randstad Italia Marco Ceresa – e in un momento in cui la speranza della ripresa si accompagna alla difficoltà per il perdurare della crisi economica, emerge un dato positivo: cresce la fiducia degli italiani nelle società di recruiting. Una dimostrazione del buon livello di integrazione raggiunto nel mercato del lavoro italiano e una testimonianza dei risultati che le agenzie specializzate sono in grado di offrire ai lavoratori nella ricerca del proprio lavoro ideale e nella definizione del miglior percorso di carriera».

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