Mutui: stop a detrazioni ma aumentano le tasse

Non ci si può prendere in giro. La situazione economica dell’Italia è sull’orlo del baratro e la crisi statunitense, ormai ininterrotta dal 2007 non migliora affatto la situazione. Nella manovra correttiva approvata lo scorso luglio le campane “hanno suonato a morto” anche per le detrazioni relative al mutuo prima casa: la prima a farne le spese è stata la detrazione Irpef per gli interessi passivi sui mutui prima casa ora al 19% su un tetto massimo di spesa di 4 mila euro annui. Un aumento delle tasse da pagare che farà presto sentire il suo peso sui mutuari.

Alla stessa maniera pagherà chi vorrà accendere un mutuo per le ristrutturazioni. Insomma, da qualsiasi punto di vista si guarda la situazione si prevede un bel calo di richieste di mutui ipotecari per l’acquisto di immobili, se non altro perché se appare essere “salvo” chi ha stipulato un contratto di finanziamento prima della legge, coloro che si stavano avvicinando al mercato al momento del via libera alla stessa sono costretti a rivedere i propri “conti” in virtù dei cambiamenti messi in atto.

Come se non bastasse, anche le difficoltà macroeconomiche ci mettono della loro, dando del filo da torcere ai consumatori. Chiamati ad accontentarsi di sapere che alla fine la stipola del mutuo, almeno fino a questo momento, può essere considerata migliore rispetto ad un contratto di affitto, sottoposto a maggiori tassazioni e decisamente meno conveniente a causa della caduta di molte detrazioni ed aumenti, primo tra tutti quello inconfutabile della cedolare secca sugli affitti. Peccato che il detto “due cuori e una capanna” non sia fattibile: anche in quel caso vi è bisogno di accendere un mutuo per acquistare un terreno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.