Presentati al Congresso ESMO (European Society of Medical Oncology) i risultati dello studio clinico IMELDA di Fase III che ha evidenziato come bevacizumab associato a capecitabina come terapia di mantenimento in seguito a un trattamento iniziale a base di bevacizumab e taxano permette di ottenere miglioramenti clinicamente significativi nella sopravvivenza globale (OS) nonché nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) in donne con tumore al seno metastatico HER2-negativo.
Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario, evidenziando un aumento di quasi tre volte del tempo libero da progressione di malattia (PFS) tra le pazienti trattate con bevacizumab più capecitabina come terapia di mantenimento rispetto a quelle trattate con solo bevacizumab (PFS mediano dopo il trattamento induttivo: 11,9 mesi contro 4,3 mesi; HR=0,38, p