Chi aveva festeggiato l’elezione di Marino, sindaco su due ruote, dovrà forse ricredersi. Se vi aspettavate un cambio di marcia sul fronte bike sharing avrete da masticare amaro durante i prossimi anni di amministrazione della capitale.
Non è la volontà a mancare. Marino è noto per essere particolarmente attento tanto al trasporto sostenibile quanto alla necessità di muoversi in bici per salvare l’aria che respiriamo.
Quello che mancano sono i soldi. Non ci sono, il comune può coprire solo per 80 stazioni aggiuntive e in rete scoppia il malcontento.
La situazione attuale è impietosa. Sono presenti 10 stazioni bike sharing (tutte a ridosso di stazioni molto centrali della metro). Fare la tessera è particolarmente gravoso e il servizio non serve a nessuno.
Lo utilizzano giusto coloro che una volta usciti dalla metro hanno bisogno di percorrere pochi metri, per poi riportare la bici in un’altra stazione, che avrebbero potuto raggiungere anche senza fare affidamento alle due ruote.
Il nuovo progetto sicuramente migliorerebbe la situazione, ma non c’è molto da rallegrarsi. 80 misere stazioni, che fanno impallidire la Città Eterna di fronte a realtà anche meno importanti come Valencia.
E’ tutto quello che possiamo aspettarci da una amministrazione che si era presentata (e aveva guadagnato i nostri voti) come attenta all’ecologia e al trasporto sostenibile?
No. Ma il Comune è stato particolarmente chiaro.
Mancano soldi, e chi si è fatto avanti per metterceli di tasca proprio non ha esattamente il pedigree del perfetto ecologista.
Sono quei pubblicitari che hanno distrutto la bellezza di Roma con le affissioni selvagge. C’è davvero da fidarsi?