Il territorio trentino offre diverse testimonianze di come il turismo possa coniugarsi serenamente con il patrimonio naturale, dimostrando che la valorizzazione delle bellezze e del patrimonio naturalistico di un territorio e l’impatto nocivo su di esso per la creazione di strutture ricettive non debbano per forza procedere di pari passo. Gli esempi in particolare sono offerti da due piccoli comuni trentini: Dro e Grumes.
Se si decidesse di trascorrere le vacanze a Dro, nell’alto Garda, si scoprirebbe un territorio a cui è stato riconosciuto anche dalla legislazione un notevole interesse ambientale. La zona di Dro è infatti dominata dalle Marocche: testimonianza dell’azione modellatrice che i ghiacciai hanno sul terreno, le Marocche offrono ai turisti un paesaggio particolarissimo, costituito dall’alternarsi tra giganteschi blocchi di massi detritici popolati da arbusti o boscaglia e terrazzamenti, ricoperti dai lecci. Una sorta di deserto di pietra, tra i più spettacolari ed estesi di tutta l’Europa.
Simili opportunità offrono le vacanze a Grumes, in Val di Fiemme. Il comune che conta circa 500 anime basa infatti la propria offerta turistica sul trekking e l’escursionismo. Imperdibile ad esempio è l’opportunità di seguire i sentieri botanici, di finalità turistico-didattica, che attraversano i comuni della Valle di Cembra. Oppure scoprire i cammini attraverso mulini e segherie, di cui molti recentemente restaurati, lungo le rive dell’Avisio. Grumes si trova infatti in cima alla Val di Cembra lungo la sponda del fiume Avisio e proprio sull’acqua economia e ricchezza si sono rette nel corso della storia. Oltre che sulla pregiata produzione di vini.