Economia globale e banche centrali, ecco il contesto che lancia nuove sfide

Qualche tempo fa, il capo della Federal Reserve Jerome Powell disse che la politica monetaria avrebbe dovuto affrontare delle sfide che mai prima d’ora si erano presentate, facendo capire che la capacità dei policy maker di orientare l’economia globale si è ridotta.

La nuova sfida dell’economia globale

economia globaleQuesto è uno dei temi fondamentali del contesto attuale. Dal momento che i tassi sono ormai inferiori allo zero, la politica monetaria ha meno armi da sfruttare per contrastare il rallentamento della crescita dell’economia globale. Peraltro la lunga epoca degli stimoli monetari ha prodotto una serie di conseguenze indesiderate, come l’incremento di prezzo degli attivi e l’aumento delle disuguaglianze. Si è ormai giunti ad un punto di non ritorno, dove la politica monetaria è ai limiti del suo potere.

Del resto lo stesso Mario Draghi – ormai ex capo della BCE – ha chiaramente detto che la sola politica delle banche centrali, nulla può senza una concreta azione dei governi. In sostanza serve un gioco di squadra, nel quale i governi dovrebbero recitare la parte principale (con stimoli fiscali) e le banche centrali fornire solo supporto. E invece negli ultimi anni è successo l’esatto contrario.

Le scelte degli investitori

Dal punto di vista dei mercati, questo stato dell’economia globale s’è già fatta chiara da diverso tempo. Per questo motivo i fondi di gestione rimangono prudenti sull’azionario, e in generale sottopesano le attività più rischiose (come le obbligazioni ad alto rendimento) e inoltre si tengono a distanza da tecniche di scalping 1 e 5 minuti. Per lo stesso motivo, nell’ultimo periodo sono andati lunghi sull’oro, che non a caso ha orbitato a lungo in area 1500 dollari l’oncia.

Il contesto dell”economia globale sta pesando anche sulle scelte nel mercato valutario, dove vengono sottopesate le coppie maggiormente rischiose. Quelle che non coinvolgono affatto le valute principali, ma anche quelle che le coinvolgono assieme alle emergenti (ad esempio il cambio euro real o dollaro real). Si preferisce in generale il dollaro, anche perché la forza del biglietto verde rispetto all’euro è sostenuta anche dal relativo rallentamento dell’economia europea e dalle politiche accomodanti della Bce. Questo permette anche di assumere una posizione lunga sulle obbligazioni americane e di trarre profitto dal loro maggiore carry e dal maggiore potenziale di rialzo.