Prezzo del petrolio in caduta libera. La sovrapproduzione minaccia il mercato

Gli investitori hanno capito a proprie spese che fare previsioni sul prezzo del petrolio, spesso è una attività che porta all’esaurimento nervoso. La difficoltà è già di per sé una cosa normale, ma in questo periodo caratterizzato da notevole volatilità del mercato, anche gli analisti più esperti vanno in grande difficoltà. L’unico elemento che li mette d’accordo è l’invito alla prudenza verso chi si affaccia a questi mercati.

I driver del prezzo del petrolio

prezzo del petrolioLe apprensioni legate alla sovrapproduzione hanno spinto di recente i prezzi del petrolio al ribasso. Il punto è che oltre alla crescita dell’output americano (Il numero delle trivelle USA ha subito il calo più ingente da marzo del 2018), c’è il forte timore – evidenziato al recente G10 – che i dazi imposti da USA e Cina possano contrarre la crescita globale. Questo spingerebbe verso il calo la domanda di petrolio. Infatti crescita economica e domanda di petrolio sono correlate perché economie in espansione sostengono i consumi di carburante per il commercio e i viaggi, così come per le auto. Praticamente l’intero mese di luglio è caratterizzato da mercati in rosso, spesso caratterizzato da three black crows pattern.

La geopolitica

Il greggio Brent e il West Texas Intermediate (WTI) sono ritornati nei pressi o sotto quota 70 dollari, anche se una boccata di ossigeno arriva dal rapporto dell’OPEC in cui si afferma che l’organizzazione ridurrà le esportazioni ad agosto. Ma è un’ancora di salvezza solo temporanea. Entrambi i prodotti di riferimento (Brent e WTI), come altri prezzi delle materie prime, saranno in balia della geopolitica che rimarrà in primo piano. Questo porta inevitabili conseguenze anche sui cambi valutari. Chi adottano forex scalping strategie (1 5 minuti) sa bene che le correlazioni tra petrolio e dollaro, oppure AUD e Rublo russo sono importanti. Molti speculatori ne hanno fatto un fattore di forza, ma è pur vero che questo giochino ha lasciato anche tante “vittime” sul campo.

Per capire quanto incerto sia lo scenario futuro, basta dire che secondo l’International Financial Center, i prezzi del petrolio potrebbero salire a 160 dollari al barile (se l’Iran dovesse impedire il transito di navi attraverso lo Stretto di Hormuz). Ma al tempo stesso c’è chi – Ministero delle Finanze della Russia – ritiene che se i prezzi continueranno a stare sopra i 50-60 dollari, ci sarà un nuovo crollo dovuto al possibile collasso del mercato. A chi credere?