Quello che auspicava da tempo la BCE forse si sta avverando. Complice l’esito elettorale che è giunto dalla Germania, la valuta unica dopo aver frenato la salita sta adesso imboccando la via della discesa. Questo potrebbe fungere da assist a Draghi per dare il via alla manovra restrittiva di politica monetaria. Almeno teoricamente dovrebbe essere così, visto che all’atto pratico sembra che nulla cambierà per adesso. I mercati che attendono da mesi una mossa dell’istituto centrale europeo, dovranno attendere ancora.
Come detto, il vero driver di questa discesa sono state le elezioni tedesche del 24 settembre. Infatti il successo incassato dal partito populista AfD ha reso la posizione della Merkel più debole. La Cancelliera sarà costretta a lavorare duramente per mettere su una coalizione, ma questo inciderà in modo forte sulla governabilità del paese e in definitiva sulla stabilità politica della UE. Già perché il fatto che AfD sia diventato il terzo partito tedesco, rischia di minare il dialogo ottimo e complice tra la Cancelliera e e il presidente francese Macron, duramente bersagliato proprio da AFD.
Appare quindi logico perché l’euro sia andato in discesa sui mercati valutari, come del resto avevano anticipato le figure di inversione del trend. La valuta unica ha bucato la soglia di 1,19 dollari, per poi andare ulteriormente in picchiata perdendo anche quota 1,18 solo tra lunedì e martedì. Siamo quindi ai valori minimi di un mese.
BCE sollevata per il calo del’euro
La cosa dovrebbe far piacere alla BCE, che proprio a metà settembre si era “lamentata” di quanto la valuta fosse troppo forte. Era quello il problema principale lungo la strada per il tapering. Adesso però le cose sembra che si stiano “aggiustando”, anche perché se utilizziamo il miglior settaggio stocastico lento possiamo supporre che le cose continueranno a scivolare lentamente verso un altro ribasso contro il dollaro. Ma qui entriamo nel campo delle previsioni, che sappiamo quanto possano essere smentite da un giorno all’altro.
Quello che non si smentisce mai è Mario Draghi, che anche nell’ultimo intervento ha deciso di gettare acqua sul fuoco. Il numero uno della BCE ha ribadito che l’inflazione complessiva – ferma all’1,5% – è ancora lontana dal target e peraltro si prevede un ulteriore calo nei prossimi mesi.Il capo della BCE ha messo le mani avanti per continuare a rimandare la svolta restrittiva.