Risparmio, secondo la Consob l’italiano deve essere accompagnato nelle sue scelte

Periodicamente la Consob, ossia l’autorità che vigila sul corretto funzionamento dei mercati della Borsa Italiana, pubblica dei report riguardanti le famiglie italiane e le loro scelte in tema di denaro.
Oltre a confermare che il cittadino del Bel Paese è tradizionalmente votato al risparmio, la Consob sottolinea anche che nelle sue scelte di investimento necessita ancora di un importante accompagnamento.

Cosa fare del risparmio?

risparmioL’identikit tracciato dalla Consob si può sintetizzare così: l’italiano è un soggetto avverso al rischio, finanziariamente non è molto alfabetizzato (ma sicuramente lo è più di quanto creda), ma soprattutto è molto confuso riguardo all’apporto che i professionisti del settore gli possono fornire nella gestione delle sue finanze personali.

Da questo quadro emerge come il risparmiatore italiano sia più intraprendente rispetto a qualche decennio fa, ma non lo è ancora abbastanza da trasformarsi in un investitore davvero consapevole. Si trova quindi in una fase di transizione.

I fattori frenanti

La prima remora da combattere riguarda il rischio. Concettualmente chi investe ne deve correre per forza di cose, mentre l’italiano conferma di esserne avverso. Quasi il 70% di un campione rappresentativo selezionato per l’indagine Consob dice di essere molto sensibile al rischio.
Il secondo aspetto cruciale viene definito come “miopia” finanziaria. In sostanza si tratta della scarsa capacità di guardare ad obiettivi che sono lontani nel tempo, mentre ci si concentra sul breve o medio periodo.

Scarsa fiducia e analfabetizzazione

Infine, un altro aspetto importante riguarda la percezione degli intermediari finanziari. Chi ha accumulato un risparmio e adesso vuole impiegarlo, nutre ancora poca fiducia nei confronti dei professionisti del settore, al punto tale che raramente ritiene che il suo broker è affidabile, se non addirittura ritenerlo per nulla affidabile.

Un’altra nota dolente riguarda l’alfabetizzazione finanziaria. L’italiano possiede dei concetti di base, ed anzi è anche se è più colto di quanto lui stesso pensi. Ma se conosce i concetti come tasso di interesse reale e nominale, conosce gli strumenti come i bond e gli ETF, quando si va più nello specifico ha maggiori lacune (ad esempio non conosce il pip forex oppure la differenza tra rezzo “denaro” e “lettera”). Per questo non riesce ad essere ad un livello tale da consentirgli di fare delle scelte davvero consapevoli.