Affitti brevi: un fenomeno che sta spopolando i centri città

Affittare un immobile per brevissimi periodi di tempo attraverso l’utilizzo di piattaforme: si chiamano affitti brevi, un fenomeno che ha conosciuto uno sviluppo eccezionale negli ultimi anni soprattutto nelle città turistiche. Quella della locazione rimane una soluzione immobiliare molto vantaggiosa per gli italiani, come conferma la stessa agenzia immobiliare a Taranto Cambio Casa, ma la prassi dello short-retail sta portando ad avere conseguenze negative dal punto di vista sociale.

Come è noto, gli affitti brevi non mirano a una residenza duratura nel tempo, ma consistono in una formula di locazione di periodi inferiori ad un anno (nella maggior parte dei casi meno di 30 giorni) per motivi turistici o di studio. Questa tendenza, diffusasi ormai in tutta Europa, pur garantendo ai proprietari un’opportunità di guadagno in poco tempo, comporta ad avere conseguenze nel lungo periodo di carattere socio-economico.

In primis, lo spopolamento dei centri città e il disgregamento del loro tessuto sociale e culturale a causa di una minor offerta di alloggi da affittare nel lungo termine; in secondo luogo, l’impennata dei prezzi dei canoni di locazione. Risultato? I centri delle città saranno sempre più abitati dai turisti e i residenti saranno costretti a spostarsi nelle periferie o al di fuori dalle stesse.

Un giornale autorevole come il Financial Times, a tal proposito, ha fotografato la situazione delle città di Lisbona, Barcellona, Firenze e Atene, arrivando a una conclusione univoca per tutte: il rincaro dei prezzi e l’inciviltà dei turisti hanno costretto i residenti del centro ad emigrare altrove. Per questo motivo, le stesse amministrazioni locali stanno cercando di limitare gli affitti brevi.

Di contro, chi opta per questa forma di investimento immobiliare in Italia non è certamente esentato dai balzelli del fisco. Proprio negli ultimi giorni l’Agenzia delle Entrate ha dato via libera alla cedolare secca anche per le locazioni brevi degli immobili ad uso abitativo tramite AirBnB, per periodi inferiori a 30 giorni. Con la risposta all’interpello n. 373 del 10 settembre 2019, infatti, si chiarisce che un privato che intende affittare un immobile ad uso abitativo per brevi periodi, può assoggettare il reddito derivante dall’affitto a una imposta sostitutiva, ovvero a cedolare secca al 21%. Qualora emergesse l’esistenza di un’attività commerciale, gli introiti dovranno essere dichiarati come redditi d’impresa.

Garantire una residenza di lunga durata nei centri urbani a quei residenti che non hanno la possibilità di acquistare una casa, nonché agli stessi studenti che hanno necessità di dimorare vicino alle Università, deve essere il prossimo obiettivo delle amministrazioni cittadine. Non per questo, Cambio Casa riserva ai suoi visitatori tantissime proposte di case in vendita Taranto, oltre a tante altre soluzioni di investimento immobiliare.