Tassi di interesse, anche le elezioni USA hanno il loro peso

Mancano ormai pochi mesi alle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La probabile sfida tra Biden e Trump non sarà soltanto un evento politico, ma avrà importanti implicazioni economiche, anche riguardo l’andamento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Le presidenziali e i tassi di interesse

elezioni usaSappiamo che la Federal Reserve è alle prese, come tutte le banche centrali mondiali, con la lotta all’alta inflazione tramite un aumento aggressivo dei tassi di interesse. Il ciclo di strette sembra però ormai concluso. Il nodo della questione però è quando sarà il momento migliore per cominciare ad abbassare il costo del denaro.
Sotto questo aspetto, la Federal Reserve sa benissimo che non può ignorare l’evento clou dell’anno, che sono le elezioni di novembre.

Sui mercati OTC è parere abbastanza diffuso che la banca centrale americana proverà ad anticipare i tagli di interessi per evitare di fare un cambio di rotta di politica monetaria a ridosso dell’appuntamento elettorale. Una mossa contraria infatti potrebbe essere tacciata di avere un indirizzo politico, più che economico.
In secondo luogo, c’è la convinzione che la Federal Reserve spingerà forte sul taglio dei tassi nel secondo semestre, in modo che il nuovo presidente si troverà in una posizione più comoda per poter agire con le sue ricette economiche.

Quindi cosa aspettarsi dalla Fed

Quali saranno le strategie a breve termine della banca di Washington? E lecito aspettarsi che la FED comincerà a tagliare i tassi di interesse verso la metà dell’anno. I mercati speravano che avrebbe cominciato a farlo prima, ma di recente è arrivata la doccia gelata, cosa che peraltro ha spinto il dollaro statunitense sul mercato valutario oltre quota 104.
Dopo il primo taglio, è presumibile che si continuerà a piccoli passi anche nelle riunioni successive.

La nomina del Capo

C’è poi un altro aspetto importante che lega le presidenziali di novembre alla Banca Centrale Americana. Ossia la nomina del presidente della Federal Reserve, giacché il rischio di un candidato non ortodosso le cui decisioni siano fortemente influenzate dal Presidente è concreto. Tuttavia, al Senato americano c’è una Intesa bipartisan riguardo alla necessità di garantire l’indipendenza della Federal Reserve sempre sempre e comunque.