Debito emergente ancora sottovalutato, ma le cose sono cambiate nell’ultimo decennio

Il tanto agognato rimbalzo della crescita economica globale dopo la pandemia si è rivelato una illusione. Complice anche la guerra in Ucraina, il mondo sta facendo i conti con un’inflazione elevata e tassi di crescita al limite della recessione.
In uno scenario del genere, il debito emergente presenta diverse caratteristiche di opportunità che tuttavia anche i portafogli istituzionali faticano a considerare.

La visione distorta sul debito emergente

debito emergenteBisogna sgomberare il campo da un facile equivoco. Le economie emergenti non sono una componente marginale nello scenario globale. Basta pensare che nel 2022 il prodotto interno lordo complessivo di queste economie rappresentava il 58% di quello globale. Se non vogliamo considerare la Cina, questa quota arriva comunque al 40%.

Inoltre tra le prime venti maggiori economie a livello globale, la metà è classificabile come “emergente”. Considerare quindi il loro debito ancora come una asset class rischiosa e poco sviluppata è un errore.

Eppure guardando i numeri ci si rende conto che anche i portafogli istituzionali sottovalutano le potenzialità e le opportunità del debito emergente. Secondo una ricerca di JPMorgan, l’allocazione in questa categoria di asset in media non supera il 4-5%. In molti casi l’esposizione dei broker autorizzati Consob addirittura è pressoché nulla.

Asset class sottovalutata

Bisogna poi aggiungere che negli ultimi anni il ventaglio geografico per investire nel debito emergente è passato da una decina di paesi fino a 90 circa. Ciò vuol dire che ci sono ampie possibilità di differenziare il rischio.

Potremmo proseguire sottolineando che debito emergente offre un rendimento a parità di rischio molto più vantaggioso rispetto all’equity emergente. La volatilità del principale indice azionario emergente negli ultimi vent’anni infatti è stata di circa 2,5 volte superiore rispetto a quella dei principali indici di debito emergente in valuta forte. I principali pattern trading mostrano chiaramente che i ritorni del debito emergente, se corretti per la volatilità, risultano superiori del 40% rispetto a quelli delle azioni.

Infine va sottolineato che a causa della crisi, gli afflussi verso il debito emergente ne hanno risentito. Ma presto o tardi riprenderanno i fiumi di denaro verso questi asset, offrendo così un grosso potenziale di rialzo a chi deciderà di partecipare al mercato.