Prezzo del grano, cresce la paura di rincari dopo lo stop della Russia

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il prezzo del grano subì un profondo rincaro che venne mitigato da un accordo stipulato con la Russia. Questa intesa consentiva il passaggio nel Mar Nero dei carichi con direzione occidente. Adesso che la Russia ha deciso di non rinnovare questo accordo (scaduto il 17 luglio), c’è il concreto rischio di una brusca fiammata dei prezzi.

Lo stop della Russia e i rischi sul prezzo del grano

granoDa lunedì non esiste più alcun accordo che consenta la fornitura di grano ucraino all’occidente. L’intesa era considerata cruciale per scongiurare il pericolo di una crisi alimentare a livello globale, visto che Russia e Ucraina sono considerate un po’ il granaio dell’occidente.

Da quando venne sancito l’accordo sui cereali, i prezzi alimentari globali scesero del 20%, ma questo vuol dire che la mancata proroga potrebbe innescare una dinamica inflattiva di senso opposto.

Per adesso nessun contraccolpo

Va detto che subito dopo la scelta russa, il prezzo del grano si è mosso senza grandi strappi. Quello duro viene scambiato poco oltre gli 800 dollari per bushel, mentre quello tenero è sceso a circa 650 dollari per bushel (poche settimane dopo lo scoppio della guerra si era avvicinato a 1200 dollari). Anche sotto il profilo tecnico, non si vedono pattern di inversione candlestick. Tuttavia è presto per parlare di possibili conseguenze e scenari.

L’altro pericolo

Sul prezzo del grano incombe inoltre un ulteriore grave problema: il fattore climatico. Nella prima parte di quest’anno, gran parte dei raccolti sono stati compromessi dalle cattive condizioni meteo in tutta Europa. La USDA ha rivisto al ribasso la produzione globale di grano per la campagna di commercializzazione 2023/24.

In Europa la riduzione della produzione di cereali potrebbe arrivare fino al 60% rispetto al 2022 (dati XTB). C’è chi pronostica il peggior raccolto dal 2007. Inoltre accanto al problema della quantità, si affianca anche il problema della qualità di prodotto in molte regioni.
Al tempo stesso, le proiezioni della domanda mondiale sono state riviste al rialzo a causa dell’aumento dei mangimi e dei consumi residui in Cina. Questo potrebbe generare una forte tensione rialzista sul prezzo del grano.