Le capacità di percezione del cavallo

I cavalli si nutrono di vegetali, quindi il loro fisico è divenuto, attraverso la selezione naturale, adatto a coprire grandi distanze di terreno mentre mangiano ed a sfuggire ai predatori piuttosto che combatterli. Per questi scopi essi si muovono in branchi.

Poichè il cavallo, in genere, continua a camminare con la testa a aterra mangiando, la sua vista si è modificata per accogliere un vasto campo di stimoli, e per captare minimi movimenti a grandi distanze invece di mettere a fuoco oggetti fermi a brevi distanze come nel caso degli animali che devono cacciare per vivere.

Per la stessa ragione, per prevenirli contro possibili nemici, i cavalli hanno un acutissimi senso dell’udito e dell’odorato, ed è molto difficile, per noi esseri umani il cui senso dell’olfatto è minimo, renderci conto da quali specie di stimoli olfattivi vengano spinti i cavalli.

Quando due cavalli si incontrano per la prima volta o si ritrovano dopo essere stati separati, il loro primo atto è quello di annusarsi l’un l’altro. Si dice anche chi i cavalli addestrati a radunare il gregge possono smarrire le tracce di un animale smarrito annusando il terreno come farebbe un cane.

Moltissimi segnali che i cavalli usano per comunicare prendono la forma di gesti o posizioni del corpo (buttare indietro le orecchie, torcere le labbra) e i cavalli sembrano essere capaci di captare piccoli movimenti di questo genere con molta facilità.

Il famoso cavallo calcolatore, l’intelligente Hans, captava i più piccoli movimenti della testa del suo addestratore che gli indicava aquando doveva smettere di dare colpi con la zampa, anche questi non si rendeva affatto conto di muoversi.

Anche se le principali facoltà percettive di molti animali sono innate, il modo con cui essi intereptano queste percezioni varia con l’esperienza.

Per esempio, molti giovani cavalli mostrano una paura innata ad entrare nell’acqua o a lanciarsi nel vuoto, ma con un allenamento graduale questi timori possono essere superati.

Molti si spaventano anche di grandi oggetti giacenti mezzo nascosti nella vegetazione, come tronchi di labero o pietre, ma anche questa paura se ne va con l’esperienza.

Fino a quale punto i cavalli possano riconoscere i propri parenti è difficile da dire. Un puledro appena nato seguirà qualunque oggetto mobile che vedrà. I cavalli maturi sono invece in grado di riconoscere i loro simili.

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