Elezioni 2022, Giampiero Catone: priorità del futuro Governo sarà risolvere la crisi del lavoro

Nell’editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone rimarca l’urgenza di far tornare il lavoro e le pensioni al centro del dibattito politico.

Giampiero Catone

Giampiero Catone sulla crisi del lavoro in Italia

Gli errori del passato hanno portato, secondo Giampiero Catone, “ad una crisi profonda nel sistema di domanda e offerta” che minaccia severamente l’economia del Paese. Stando al Bollettino di Anpal, le aziende stanno riscontrando difficoltà in 277mila assunzioni, ostacolate dalla mancanza di candidati o di una “preparazione adeguata”. La colpa sarebbe da imputare, da un lato, alla crisi del valore del lavoro, e quindi di sacrificio da parte dei giovani, dall’altro ai salari troppo bassi che li scoraggiano ad impegnarsi. Un altro caso emblematico del mondo del lavoro riguarda la sanità, che vede sempre più medici abbandonare le corsie ospedaliere e preferire “il gettone a chiamata per le visite a domicilio”. Attualmente sono circa 15mila i camici bianchi a chiamata, per un totale di 18 milioni di prestazioni. Questa situazione, oltre che a ribaltare la realtà lavorativa nella sanità, costituisce anche un problema per la sicurezza dei pazienti, dal momento in cui “in larga parte si tratta di giovani non specializzati”.

Giampiero Catone analizza le proposte di Meloni, Letta e Calenda

Per Giampiero Catone non ci sono dubbi: qualunque sia il Governo che emergerà dalle prossime elezioni politiche dovrà dare soluzioni concrete sul fronte lavoro. Giorgia Meloni con FDI ha annunciato di voler dare “spazio all’occupazione e ai giovani”, in primis riducendo le tasse sul lavoro mediante il taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo. Nel piano della leader di FDI le aziende che assumeranno di più saranno premiate con meno tasse. E poi si amplierebbe l’utilizzo dei voucher e si rilancerebbero i contratti di apprendistato e i tirocini. Enrico Letta (PD) punta invece a “incentivare i contratti a tempo indeterminato e sviluppare forme di contratto di primo impiego con l’obiettivo di far sì che il primo lavoro non sia più uno stage gratuito”. Per i leader di “Azione” e “Italia Viva”, invece, la precarietà si combatte promuovendo la “flessibilità regolare” e supportando “le imprese che investono in riqualificazione della forza lavoro non solo dipendente”.