Lavorazione lamiere: focus sulla piegatura

Le presse piegatrici sono macchine che normalmente vengono usate per la piegatura della lamiera, qualsiasi sia il suo spessore. Nel settore metalmeccanico sono parecchio diffuse per la modellazione del ferro.  La piega a “V” è la tecnica più diffusa per la piegatura della lamiera.

Il processo prevede un punzone che effettua una pressione sul materiale per farlo aderire a una matrice sagomata a V. Questa piegatura a V si divide in 3 diverse tipologie definite.

Piega in aria
Parliamo di piegatura in aria quando la lamiera viene disposta su due appoggi e successivamente deformata dal punzone. Richiede una forza di piegatura piuttosto bassa e permette la piegatura di pannelli molto spessi.

Coniatura
In questo caso la piega si ottiene forzando la parte all’interno della matrice e, così facendo, il foglio di lamiera segue esattamente il profilo della stessa. Per effettuare questa operazione è richiesta una forza 4 o 5 volte superiore rispetto a quella necessaria per la piegatura in aria.

Schiacciata
Utilizzata principalmente per evitare gli angoli taglienti.

Numerosi sono i fattori che possono influenzare i limiti di deformazione e di conseguenza di piegabilità delle lamiere senza giungere a rottura. Tra questi bisogna sicuramente citare le proprietà del materiale, gli stati tensionali indotti dalle precedenti lavorazioni, lo stato di finitura, la lunghezza del pezzo, l’orientamento ì della piega e la temperatura di lavorazione.

 

Trattandosi di una lavorazione delicata e complicata, è opportuno rivolgersi ad aziende esperte del settore. Come ad esempio Tecnomeccanica Fidenza, azienda leader nella lavorazione acciaio e nella piegatura a Parma e provincia.