Artrosi di ginocchio, meno dolore e ridotto ricovero grazie al fast track

Con 159,2 anziani ogni 100 giovani nel 2016 (elaborazione su dati ISTAT) è facile comprendere che l’artrosi, la malattia più diffusa tra gli anziani veneti, ha un peso notevole sulla salute dei cittadini ma anche sui costi sanitari della regione.

Sviluppato nel Nord Europa e USA, oggi sempre più frequentemente anche in Veneto viene usato il percorso “fast track” ovvero il percorso veloce per l’artrosi del ginocchio che insieme all’artrosi dell’anca è la malattia artrosica più diffusa tra gli anziani. Nei Paesi del Nord L’uso del fast track ha già portato alla realizzazione degli interventi di protesi di ginocchio in day-hospital con dimissione al pomeriggio.

In Italia se ne è discusso al congresso “Protesi totale di ginocchio: il fast track tra sogno e realtà” a Firenze dove abbiamo incontrato il dottor Franco Rossi, specialista in ortopedia e traumatologia presso l’Ospedale Villa Salus di Mestre che già tempo pratica con successo il fast track.

Fast track è un termine che descrive un percorso (track) rapido (fast) che dall’intervento alla riabilitazione riduce i tempi di ricovero e recupero del paziente, promette zero dolore oltre alla riduzione dei costi sanitari. “I pazienti richiedono interventi e soluzioni in tempi sempre più rapidi per poter tornare al lavoro o alle attività quotidiane. Per questo nasce il fast track, oggi possibile grazie alle tecniche chirurgiche mininvasive che permettono di ridurre le perdite di sangue del paziente durante l’intervento, mantenere integri i muscoli e favorire quindi un più rapido recupero post operatorio – spiega il dottor Franco Rossi. – In Italia non è ancora il momento per gli interventi di protesi di ginocchio in day-hospital come accade nei paesi del Nord Europa, sia perché non è ancora possibile attivare e standardizzare il servizio domiciliare di fisiokinesiterapia e il nursing post-operatorio, sia perché in Italia la protesica di ginocchio non rientra tra le prestazioni chirurgiche in day-surgery. Nonostante questo, abbiamo però già l’esperienza per affermare che con il fast track i tempi del ricovero si riducono di oltre il 50%, passando da 8-10 giorni a 4-5 giorni. Iniziando la riabilitazione prima, anche il paziente recupera in tempi più rapidi e questo grazie anche ai nuovi materiali e design delle protesi sempre più rispettose dell’anatomia del ginocchio”.

Veloce, zero dolore e sicuro; ma è per tutti?

Veloce è la riabilitazione e il recupero del paziente, che cammina con l’ausilio delle stampelle già dopo poche ore dall’intervento. Il tempo chirurgico invece non cambia, perché solo un’accuratezza quasi maniacale nei gesti chirurgici permette di velocizzare il recupero – sottolinea il dottor Franco Rossi. – Il fast track è possibile in strutture che hanno adottato questi nuovi protocolli che includono la gestione del dolore e delle perdite ematiche durante e dopo l’intervento, e hanno team dedicati e formati a questo processo di recupero rapido del paziente. In Veneto il fast track è applicato nella U.O di Ortopedia di Villa Salus di Mestre ma non tutti i pazienti sono candidati a questo tipo di programma che richiede grande motivazione e collaborazione da parte del paziente.

Siamo pronti al fast track?

Il congresso di Firenze ha evidenziato un interesse sempre maggiore da parte dei chirurghi a questo tipo di metodica – spiega il dottor Franco Rossi. – Tuttavia ha fatto emergere anche la mancanza di protocolli comuni e condivisi per realizzare questo tipo di percorso. Lo sforzo dei prossimi anni sarà di trovare proprio un percorso (track) comune che permetta di avere sempre una maggiore esperienza sull’utilizzo di un programma che presto diventerà anche una realtà italiana.

Info: Liana Zorzi – cell. 331 7552925 – [email protected]