Cilindri oleodinamici: tutte le informazioni da sapere

Quando si parla di oleodinamica ci si riferisce ad una delle tante branche della fluodinamica che fa parte a sua volta della materia di ingegneria meccanica. I sistemi oleodinamici sono molto apprezzati perché hanno il vantaggio di essere costituiti con dei componenti molto piccoli sia a livello di peso che di dimensione, di ultima generazione in grado di gestire potenze molto elevate. In particolare l’oleodinamica ha come oggetto di studio l’energia che viene trasmessa attraverso i fluidi in pressione tra cui l’olio idraulico considerato come un vettore energetico. In genere è proprio la portata dell’olio che viene generato da una pompa dal circuito oleodinamico ad essere in grado di muovere il motore dell’intero sistema e creare poi l’effetto meccanico di cui si necessita: rotatorio o lineare.

E sono proprio i cilindri oleodinamici ad essere il classico attuatore lineare che grazie al pistone che scorre all’interno e spinge lo stelo, è in grado di eseguire uno dei due moti, quello lineare o quello rotatorio. È proprio in questo passaggio che avviene la trasformazione del fluido in energia meccanica. Grazie all’azione della pompa. I cilindri oleodinamici inoltre presentano le stesse caratteristiche dei cilindri pneumatici.

Gli altri componenti necessari che devono essere presenti all’interno di un sistema oleodinamico sono:

  • Generatore: parte in cui avviene la trasformazione dell’energia meccanica in energia idraulica.
  • Controllo: parte in cui il fluido del sistema subisce un condizionamento costituito da pressione e portata e viene distribuito per tutto il sistema oleodinamico qualora necessario.
  • Attuatori: presenti in diverse tipologie.

Se all’interno dei cilindri oleodinamici non sono presenti le guarnizioni in gomma, l’intero sistema non funziona in modo perfetto. Infatti sono proprio le guarnizioni in gomma che riescono a mantenere insieme tutte le componenti metalliche del circuito oleodinamico ed evitare quindi anche il passaggio di fluidi dalle piccole fessure. In commercio esistono differenti tipologie di gomme che servono a soddisfare esigenze diverse, ma tutte sono studiate per rispondere a due criteri di base: resistenza e performance.

Le principali guarnizioni in gomma utilizzate nei cilindri oleodinamici sono:

  • tenute di stelo – si tratta di guarnizioni che servono ad evitare che ci siano perdite dall’interno del cilindro oleodinamico all’esterno. Sono state realizzate per essere molto resistenti alle alte temperature e alla continua pressione a cui sono sottoposte; presentano inoltre una bassa fizione e sono facilmente installabili;
  • anelli raschiatori, si tratta di guarnizioni in gomma che solitamente servono a proteggere le guarnizioni e le parti metalliche dei cilindri oleodinamici dalla presenza di sostanze che possono provocare danni se si accumulano. Tra queste abbiamo polvere, umidità e particelle sporche;
  • tenute o – ring, si tratta di guarnizioni di tenuta dalla forma di piccolo anello e riescono ad esplicare la funzione di sigillo e di guarnizione subendo una notevole forza di compressione essendo schiacciate da due cilindri;
  • tenute x – ring, si tratta di guarnizioni in gomma molto simili per caratteristiche alle gomme di tenuta o – ring ma oltre alla forma hanno anche funzionalità differenti. Le o – ring sono a forma di anello circolare, mentre le x – ring hanno la forma a X. Questo tipo di guarnizione presenta un minor livello di compressione, di usura, di tenuta ed anche più poca dispersione di energia. Tutte queste caratteristiche è perché il loro funzionamento si basa molto sulla flessibilità dei lobi;
  • tenute per pistone, sono delle guarnizioni in gomma che svolgono una funzione fondamentale all’interno dei cilindri oleodinamici in quanto evitano e prevengono perdite dei fluidi oleodinamici all’interno della testa del cilindro. Inoltre le tenute per pistone aiutano a tenere sotto controllo la pressione che si genera nell’intero sistema oleodinamico.