Le chat aiutano le persone sole?

Quante persone sole nelle nostre città? Pandemie, crisi economiche, cambio abitudini di vita e generazionale, portano ovunque enormi difficoltà nel rapportarsi quotidiano, generando una solitudine che colpisce qualsiasi persona nella società.

Appurato che le chat e i social, sono le nuove piazze virtuali, il problema solitudine non sembra essersi attenuato, a tratti aumentato da un uso errato di queste piattaforme online. L’uso “meccanico” che segue schemi superati, monotoni ed evidentemente poco produttivi, hanno generato dipendenti cronici di Facebook, Instagram, TikTok, ed alcuni siti incontri finalizzati la coppia, con risultati lodevoli unicamente per le casse di chi gestisce tali servizi.

Colpa appunto di un uso errato degli utenti, ma è evidente che fin dalle prime chat online, sia stata data una visione errata di libertà e finalità nel rapportarsi con sconosciuti in cerca più di rapporti umani, e meno di “folli trasgressioni”.

Sono nate dal 2010 in poi servizi di chat per persone sole che si sono visti schiacciare da una promozione e una forza in campo, impari, visti i colossi con cui dovevano confrontarsi o quanto meno rendersi visibili come alternative.

Queste chat prevalentemente senza registrazione e gratuite, sono ancora oggi ultimo baluardo di privacy e di quel genuino scriversi ed incontrarsi un po’ alla cieca, niente profili ammiccanti, niente pacchetti abbonamenti, nessuna profilazione utente, ma entra in gioco la singola capacità nel sapersi esprimere digitando in tempo reale.

Tralasciando chat incontri come Meetic che sono finalizzate alla coppia,  quelle persone sole non per scelta, che vogliono unicamente ricrearsi una rete di conoscenze ed amicizie, hanno in queste chatroom o i gruppi social, un modo per farsi conoscere.

Megliore, peggiore? Non spetta a noi dare un giudizio definitivo su questo specifico aspetto; molti hanno trovato attraverso i gruppi social nuova vita sociale, bisognerebbe però capire quanto unicamente relegata al virtuale, e quanta invece trasformata in frequentazione reale, senza restare schiavi di pc o smartphone nella fondata ipotesi di restare nuovamente soli.

Bisogna saper andare oltre il mezzo virtuale, valutando anche la tipologia e le stesse finalità del servizio. Essere soli non è spesso scelta, ma il nostro atteggiamento influenzerà (fortunatamente) ancora molto il risultato, empatia e reale voglia di mettersi in gioco, oltrepassando errati schemi comportamentali e la fredda limitazione degli schermi dei vari dispositivi, a molti ha dato una seconda  valida possibilità.