Una rivoluzione, quella dei sacchetti di plastica

Negli ultimi anni, in Italia è avvenuta una vera rivoluzione, quella che ha permesso di ridurre i consumi di plastica: una legge del 2017 che ha reso obbligatorio vendere sacchetti di plastica biodegradabili per gli alimenti.

In Italia si consumavano normalmente circa trecento buste di plastica per ognuno di noi, 20 miliardi come cifra totale. Secondo quanto riporta l’Agenzia europea per l’ambiente, ogni sacchetto può rimanere nell’ambiente fino a mille anni. Basta pochissimo vento ad alzare i sacchetti di plastica e farli trasportare lontano, disperdendoli nei fiumi o nel mare oppure nel territorio.

Altra caratteristica dei sacchetti di plastica è che si rompono in piccoli pezzi, ma senza distruggersi. Esistono persino delle isole formate dalla plastica dispersa nell’ambiente, come ad esempio a 800 miglia dalle Hawaii, nell’Oceano Pacifico, isola chiamata Pacific Vortex, con certe stime che la collocano a 10 milioni di chilometri quadrati di ampiezza.

Dal 2010 sono stati introdotti i sostituti del sacchetto di plastica, sacchetti riutilizzabili o shopper che sono biodegradabili, con un risparmio intorno alle 40 euro a famiglia ogni anno.

L’Unione Europea, evidenziando un forte consumo, è intervenuta con direttive che limitassero i sacchetti di plastica. Per prima cosa ha ridotto la media di sacchetti all’anno; in seconda istanza, ha fatto in modo che i sacchetti di plastica leggeri fossero pagati, sensibilizzando così l’opinione pubblica sul tema, in modo direttamente collegato alle tasche dei singoli cittadini.

Un passo fondamentale nel nostro Paese, è rappresentato dalla legge 123 del 2017: per ridurre ancora i consumi della plastica, la legge ha fissato obiettivi di riduzione nell’utilizzo di sacchetti di plastica, rendendo obbligatorio vendere i sacchetti di plastica biodegradabile per gli alimenti.

La legge ha previsto così di togliere incentivi all’abuso di sacchetti e rendere esplicito il costo, facendo pensare il consumatore su questa realtà.

I sacchetti di plastica sono così biodegradabili in appena 12 settimane e si fissano per legge le quote dei materiali riciclati con i quali produrli. E’ un aspetto che riguarda le risorse con cui produrli e non il fatto se siano biodegradabili.

In Europa ogni anno si disperdono nell’ambiente ben otto miliardi di sacchetti di plastica: non vengono raccolti insieme ai rifiuti, e si vanno ad accumulare nell’ambiente, specialmente in mare. Secondo i dati sono numerosi i danni che questi sacchetti comportano all’ambiente e alle persone.

Danni Ambientali

I sacchetti inquinano acqua, suolo e aria; molti animali inoltre, perdono la vita per soffocamento o per blocchi intestinali causati dall’ingestione dei sacchetti di plastica.

E’ inoltre immediatamente comprensibile la tossicità dei sacchetti di plastica: si utilizzano per questi ultimi coloranti, spesso cancerogeni, ed inoltre additivi metallici che finiscono in contatto con l’ambiente e gli esseri umani. Negli ambienti dei laghi, dei fiumi e dei mari le microparticelle plastiche si accumulano e attraggono sostanze che sono tossiche per l’ambiente e per l’uomo.

Danni economici

I danni sono dovuti alla perdita di materie prime e al minore introito del riciclio, e non in ultimo all’aumento del costo della pulizia ambientale;

Danni Sociali

La perdita del valore dal lato estetico del paesaggio è notevole, e comporta possibili danni alla salute.