Riflettori puntati su BIAS 2020 – Biennale d’Arte Sacra delle Religioni dell’Umanità, che rimarrà attiva sino almeno alla fine di Ottobre 2020. Si tratta di un’esposizione transnazionale voluta e promossa dalla Fondazione Donà dalle Rose, da WISH-World International Sicilian Heritage e dalla visual artist Rosa Mundi, con l’obiettivo di promuovere un percorso di crescita collettiva attraverso uno specifico contesto di espressione artistica e dialogo interreligioso, facendo dell’arte contemporanea strumento di indagine, denuncia e conoscenza al di là di qualsiasi pregiudizio sociale, religioso, politico ed economico.
La Terza Edizione è incentrata sul tema “The game of time, the time of game”, in un girotondo di opere realizzate da 100 artisti provenienti da tutto il mondo e chiamati ad interpretare i concetti di Tempo e Gioco.
Per il mese di Luglio sono invece coinvolte le seguenti città:
1° luglio – Messina, MUME Museo Regionale Sicilia
10 luglio – Palermo, Loggiato di San Bartolomeo
11 luglio – Gibellina, Fondazione Orestiadi
12 luglio – Erice
24 luglio – Porto Rotondo
31 luglio – Salina
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Tra le presenze artistiche di spicco i fratelli Alviti di origini romane, meglio conosciuti come ALVITIART. In occasione di BIAS 2020 vengono presentate opere scultoree di Cristiano Alviti, della serie I Giganti, e incisioni monotipo su lastre in ferro di Patrizio Alviti, appartenenti alla neonata collezione VOLONTA’ DI FERRO.
Chiara Modìca Donà delle Rose – Direttrice Biennale internazionale Arte contemporanea sacra
Per Cristiano Alviti la scultura in particolare rappresenta un modo per raccontare il proprio mondo interiore creando un ponte di congiunzione fra tale mondo e il resto dell’umanità, in un atto continuo di scambio, dialogo e comprensione. In questo “sentire” si inseriscono le opere della serie I Giganti. Ogni scultura, realizzata tramite fusione in bronzo, è simbolo dell’imprigionamento umano. Rappresentato come corpo fuso con lo spazio che lo contiene, il Gigante ricorda a chi lo osserva che ognuno ha dentro di sè la forza per essere immenso, svelando le infinite potenzialità che racchiude. Ed è proprio nel Gigante che Vita, Storia, Tempo e Sogno trovano il loro posto d’eccezione e la loro forma privilegiata.
Le opere di Patrizio Alviti, che ama definirsi un “accumulatore emozionale”, sono intrise di un alone di malinconia e segretamente gridano alla necessità per l’uomo di raggiungere finalmente una libertà sociale che coincide con la libertà di espressione scevra dal timore di essere giudicati.
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In un momento in cui la vita si è congestionata a causa del Covid-19, Patrizio insieme con Cristiano ha davvero accumulato un infinto numero di emozioni e sentimenti da cui è scaturita in poco tempo la collezione VOLONTA’ DI FERRO che include incisioni monotipo realizzate su lastre di ferro, che fondono la tecnica dell’acquerello con quella dell’incisione in un doppio lavoro grafico dove la geometria delle lastre rappresenta la razionalità umana e l’acquarello la parte emotiva dell’individuo.
ALVITIART ci ricorda che l’arte non si ferma, VOLONTA’ DI FERRO ci fa riflettere sul fatto che non apparteniamo ad un mondo creato da altri ma siamo noi che creiamo il nostro insieme a chi decide di partecipare al viaggio che è poi la nostra esperienza di vita.
Postato da Giordana Sapienza