Wall Street ringrazia il dollaro. La svalutazione del biglietto verde ha rilanciato i listini

Nelle ultime settimane la marcia di Wall Street è tornata a farsi spedita, dopo il capitombolo avvenuto durante la fase più acuta della pandemia. La borsa Usa aveva patito enormemente l’adozione di misure di lockdown, che avevano paralizzato l’economia globale. Gli indici azionari infatti erano crollati di quasi il 34% fino al 23 marzo. Poi è cominciata la risalita, tanto che Wall Street ha recuperato gran parte di quella flessione.

La ripresa di Wall Street

dollaro e Wall streetTra le altre cose, una spinta all’azionario di Wall Street è giunta dal dollaro. Il biglietto verde infatti, silenziosamente e costantemente, è scivolato di diversi punti percentuale rispetto ai record di marzo. Questo ha consentito di mettere benzina nei listini di Borsa, e di rovesciate la direzione degli indicatori di momentum, che adesso trainano la Borsa di Wall Street.

Se analizziamo i dati, possiamo vedere che lo US Dollar Index (DXY), ovvero l’indice che misura l’andamento del dollaro rispetto ad un paniere di altre valute principali, è calato del 5,9% rispetto al record testato a marzo. All’epoca eravamo nel pieno della crisi da coronavirus, e gli investitori cercavano il biglietto verde come rifugio liquido e sicuro. Questo clima di avversione al rischio aveva spinto il Dollar Index verso 103 punti. Al tempo stesso penalizzava Wall Street. Oggi invece viaggia sui 96 punti, e nell’ultima settimana la sua flessione è stata dell’1,4%. Il che ha avvicinato il DXY alla linea di supporto di 96 punti.

L’influenza benevola del dollaro debole

Secondo gli analisti degli Hedge Funds più grandi al mondo, ci sono le condizioni per parlare di una delle svalutazioni del dollaro più ignorate della storia. Eppure è chiara l’influenza avuta su Wall Street. La flessione della valuta americana infatti rende l’export molto più conveniente e competitivo. Inoltre il dollaro debole è un toccasana per i mercati emergenti, che sempre più spesso contraggono debiti in dollari. Inoltre va ricordato che un ribasso forte del dollaro, funge da sostegno ai prezzi energetici e di altre commodities, riducendo il rischio di deflazione. Il tutto mentre i dati macro stanno alimentando il continuo rally nei mercati azionario e del credito.