Banca Centrale Europea ancora cauta, l’inflazione sale ma non dà garanzie

Non cambierà rotta tanto presto la Banca Centrale Europea. Ancora una volta nei giorni scorsi Mario Draghi l’ha detto chiaro e tondo. Non esistono ancora le condizioni per modificare la politica monetaria della Eurotower. Il riferimento in special modo è all’inflazione, che sebbene sia in crescita dell’1,9% – secondo la stima flash di Eurostat – non fornisce sufficienti garanzie che continuerà a tenersi a questo livello una volta cessati gli interventi della BCE. La stretta monetaria quindi non ci sarà. Almeno non nei prossimi mesi. Qualcuno ipotizza che se ne parlerà verso la fine dell’anno oppure a inizio 2018.

I dilemmi della Banca Centrale Europea

bceEppure la crescita dei prezzi è andata al di là delle aspettative, che erano ferme all’1,8%, e molto meglio rispetto al dato precedente (1,5%). Anche il dato core – ovvero quello che esclude le componenti maggiormente volatili – ha segnato un incremento deciso nell’ultimo periodo. Infatti è passato dallo 0,7% precedente all’1,2%. Il problema è che nonostante l’inflazione sia molto prossima al target fissato dalla Banca Centrale Europea (2%), in alcuni paesi come Francia e Italia c’è della strada da fare mentre in altri come Germania e Spagna l’obiettivo è stato anche superato.

Proprio per questo motivo settimana scorsa non vi è stata alcuna decisione di movimentare il tasso di interesse o la politica monetaria della Banca Centrale Europea. Quest’ultima ha confermato sia l’allentamento che il piano di acquisto titoli (quantitative easing). Dal punto di vista valutario, trattandosi di una decisione abbondantemente attesa non c’è stata ripercussione sull’euro. Anzi la valuta unica è andata forte negli ultimi giorni, arrivando a superare quota 1,09 contro il dollaro (si vedano in proposito le quotazioni del cambio e gli spread Plus500). Peraltro sembra marciare decisa verso quota 1,10.

Il rapporto euro dollaro

La cosa fino a poche settimane fa sembrava inimmaginabile. Anzi molti vedevano come possibilità concreta che il dollaro avrebbe raggiunto la parità. Poi però le elezioni francesi (il primo turno) hanno cambiato lo scenario e dato la spinta alla valuta unica. Chi ha sfruttato la migliore tecnica per guadagnare con opzioni binarie 15 minuti ha potuto godere di alcuni giorni da leone, mentre non vorremmo essere nei panni di chi aveva puntato forte sul dollaro pronosticando un successo di Le Pen.

Adesso gli occhi dei trader che fanno negoziazioni su questo cambio sono puntati a ciò che accadrà nel prossimo fine settimana. Negli USA infatti saranno pubblicati i dati sul lavoro (NFP) che potrebbero dare slancio al dollaro oppure colpirlo ancora.