Grazia Azzali riscontra grande successo presso il museo canova con la sua mostra collettiva inaugurata da Vittorio Sgarbi

A fronte della partecipazione alla grande mostra collettiva “Riflessioni Contemporanee”, svoltasi presso la sede istituzionale del Museo Gipsoteca Canova a Possagno, la Prof.ssa Grazia Azzali ha esposto una serie di originali creazioni artistiche, che hanno riscosso forte consenso d’apprezzamento da parte del nutrito pubblico, che ha visitato l’esposizione allestita in loco. L’evento, organizzato dal manager della cultura Salvo Nugnes, è stato inaugurato dal Prof. Vittorio Sgarbi, intervenuto in qualità di ospite speciale durante l’esclusivo vernissage.

La Prof.ssa Azzali, artista a tutto tondo del panorama contemporaneo nazionale e internazionale, dal poliedrico e versatile talento creativo, nell’esprimere le sue riflessioni sulla figura del Canova e su quanto ha rappresentato nella storia dell’arte con il suo prezioso contributo, ha spiegato: “Ispirato alle teorie del -bello ideale- di J. J. Winckelmann, Antonio Canova rappresenta la personificazione scultorea del Neoclassicismo. -Nobile semplicità e quieta grandezza- erano le superiori qualità della scultura neoclassica, che trovano la loro realizzazione marmorea nel -Teseo e il Minotauro- del 1783, oggi conservata al Victoria and Albert Museum di Londra e nella sublime rappresentazione di -Amore e Psiche- conservata al Museo del Louvre di Parigi. Oltre alla mitologia greca, Canova interpretò giovanissimo il monumento sepolcrale per il Papa Clemente XIV, per la Basilica romana dei S.S. Apostoli, il successivo monumento funebre a Papa Clemente XIII Rezzonico e l’evocativo monumento funebre dedicato a Maria Cristina d’Austria, rappresentazione scultorea della corrispondenza degli amorosi sensi di Ugo Foscolo, conservata nella Chiesa degli Agostiniani di Vienna“.

E proseguendo nelle sue interessanti considerazioni, ha aggiunto: “Con Napoleone Bonaparte, Canova creò capolavori di assoluta raffinatezza, come la raffigurazione di Paolina Bonaparte Borghese, rappresentata come Venere vincitrice e il ritratto di Napoleone rappresentato come Marte pacificatore. Il trattato tolentino imponeva alla Chiesa di Roma di cedere alla Francia preziose opere d’arte, tra cui il gruppo scultoreo del Laocoonte, conservato al Museo Pio Clementino. Caduto Napoleone, Canova si impegnò personalmente, affinché moltissime opere ritornassero in Italia, divenendo la figura artistica più rappresentativa del XIX secolo“.

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