Crisi economica, l’Europa accelera la ripresa e i capitali tornano ad affluire

Dopo la lunga crisi economica dovuta alla pandemia, finalmente ora c’è una ripresa molto robusta. Ed è proprio sul ritmo di questa ripresa che si giocano molti equilibri sull’asse Europa-USA.

La marcia di uscita dalla crisi economica

crisi economicaFino a qualche settimana fa, la marcia dell’economia americana era veloce e convincente. La crisi economica, che pure ha lasciato forti cicatrici nel mondo a stelle e strisce, è stata combattuta con massicce dosi di stimoli monetari e fiscali. Stimoli che hanno dato i loro frutti, vista la robusta ripresa.

Nel frattempo fino a poche settimane fa, la ripresa dalla crisi economica in Europa era più lenta. Anche per colpa delle campagne vaccinali a singhiozzo e delle ondate di contagi che riprendevano a macchia di leopardo.

L’Europa recupera terreno

Da qualche tempo però, l’Europa si è messa sui binari giusti. E il divario tra la nostra ripresa e quella statunitense si è ridotto.  Non annullato, ma sensibilmente diminuito sì.
Questo spinge verso l’alto la fiducia degli investitori, soprattutto quelli obbligazionari, perché ormai si stanno attenuando le restrizioni in Europa e questo si riflette già sui dati macroeconomici.

E’ evidente che ci siano flussi di capitali indirizzati verso l’Eurozona, che sono alimentati da investitori esteri che cercano di convertire la liquidità in Euro per acquistare attivi europei e iniziare a posizionarsi per la ripresa della regione. Il relative volatility index dei flussi in entrata nel Vecchio Continente si è attenuato, segno che stanno arrivando con una certa costanza.

Anche i mercati valutari hanno cominciato a scontare la convergenza tra campagna vaccinale e ripresa dalla crisi economica, come evidenzia l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
Ma c’è una incognita… L’inflazione, che pesa sugli scenari post crisi economica.

L’incognita inflazione

La crescita dei prezzi dovrebbe rallentare in Europa, secondo l’osservazione degli indicatori leading, mentre negli Stati Uniti c’è appena stata una fiammata preoccupante (i mercati subito dopo i dati reagirono in modo forte). Anche se la Fed ha ribadito la convinzione che l’inflazione sia transitoria, la normalizzazione dei tassi è più vicina di quel che si pensa.
Per questo motivo è difficile pensare che i tassi d’interesse europei possano continuare a recuperare rispetto a quelli statunitensi allo stesso ritmo.