Petrolio, mercato teso in vista della riunione OPEC

Il mercato del petrolio è tornato a surriscaldarsi, per via di diverse notizie che giungono da più fronti. C’è anzitutto l’attesa per il vertice OPEC di fine mese a tenere banco, perché definirà il prossimo livello produttivo dei paesi aderenti al cartello. Parallelamente c’è la guerra commerciale USA-Cina, che ha coinvolto in modo diretto il petrolio vista la minaccia della Cina di imporre dazi su quello proveniente dagli Stati Uniti. In ultimo, il recente recupero del dollaro sul mercato valutario ha messo altra pressione alle quotazioni del greggio.

Tutti questi eventi hanno cancellato il tentativo di rimbalzo del greggio, che è scivolato verso il supporto di area 65 dollari e sotto la media mobile a 100 giorni (inviando altri segnali al ribasso a chi segue la strategia incrocio medie mobili). Anche l’analisi tecnica sembra quindi fornire un ulteriore segnale di debolezza da non sottovalutare.

I fondamentali del mercato del petrolio

petrolioDal punto di vista fondamentale, come detto è la riunione Opec (a Vienna) il fulcro di tutto. Come si temeva, le divergenze sulle strategie per la produzione del greggio hanno creato molte tensioni tra i membri dell’organizzazione dei paesi produttori. Le ultime notizie raccontano che i membri del cartello starebbero discutendo un compromesso. Questo prevede l’incremento produttivo da 300.000 a 600.000 barili al giorno nei prossimi mesi. Attualmente esiste un accordo tra Opec e alcuni paesi produttori (Russia in testa) che precede la riduzione dei livelli produttivi di 1,8 milioni di barili al giorno. E’ chiaro che un aumento dell’output provocherebbe un calo dei prezzi, visto che l’offerta andrebbe ad aumentare.

La questione dazi sta inoltre facendo sentire i suoi effetti. La Cina ha minacciato di imporre tariffe pesanti sull’import di greggio dagli Stati Uniti nell’ambito della guerra commerciale sempre più aspra, nonostante la parentesi diplomatica tra il presidente Usa Donald Trump e il dittatore nord coreano Kim Jong Un. Infine c’è il rimbalzo del petrolio a farsi sentire, dal momento che il biglietto verde continua a guadagnare terreno sull’euro (ma discorso analogo vale per tutte le altre coppie di valute più volatili forex).

Il quadro complessivo quindi continua a essere molto delicato per il petrolio. L’equilibrio che è stato raggiunto dopo molte difficoltà potrebbe vacillare di fronte alle posizioni molto differenti che esistono tra i produttori.