Fabrizio Zampetti, una vita all’insegna del bello

Un libro racconta la storia Fabrizio Zampetti l’House Hunter del lusso milanese.

Alessandro Feroldi, giornalista e scrittore, ci racconta la vita di un uomo: Fabizio Zampetti, house hunter di professione e ricercatore del bello per vocazione.

Il libro “Fabrizio Zampetti all’insegna del bello” è un omaggio non solo alla sua figura ma alla città che lo ha adottato: Milano”

Si parte da lontano, precisamente il 7 agosto del 1838, quando in Via Santa Marta un gruppo di commercianti e industriali milanesi si trova a discutere su come promuovere “l’incominciato progresso delle arti e dè mestieri di Milano”.

Nasce la SIAM

Quel giorno nasce la SIAM (Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri ancora oggi attiva). Circa mezzo secolo dopo nel 1881, Milano, ottiene il primato di città di grande progresso industriale manifatturiero con l’Expo del 1881, visitato da oltre un milione di persone.

Non solo eccellenza nell’economia  ma anche nel design, nell’architettura e nella creatività.

Già prima di Piccadilly Circus a Londra e Tme Squale a New York, Milano è la prima città ad aver mostrato le prime insegne luminose pubblicitarie, davanti al Duomo, agli inizi del ‘900 con la Signorina Kores che batteva sui tasti della macchina da scrivere, e il Signor Brill che mostrava scarpe lucidissime.

Numerose anche le curiosità legate ai palazzi che hanno fatto la storia di Milano dalla Torre Snia Viscosa a San Babila  (1937), il primo grattacielo di Milano soprannominato Rubanuvole, al grattacielo Svizzero in Piazza Cavour (1952), dalla torre Branca  (1933) alla Torre Velasca (1958) fino ad approdare al Duomo.

Ed è in questa incredibile città che svolge il proprio “mestiere” Fabrizio Zampetti, un personaggio unico nel suo genere.

All’insegna del bello” è per Fabrizio Zampetti un motto, e uno stile di vita: da vent’anni – metà della sua vita- si occupa di case, facendo incontrare desideri, psicologie, attitudini, propensioni e gusti di coloro che una casa la cercano o la vendono.

La Non agenzia

La sua NON agenzia si trova proprio nel cuore della città meneghina, a due passi dal bellissimo Castello Sforzesco.

Varcare la soglia dei suoi uffici significa essere catapultati indietro nel tempo e precisamente nei ruggenti anni ’20.

Gli spazi evocano lo stile di illustri “colleghi” del passato come Byron, Brummel e Wilde:icone di uno strappo alla mediocrità estetica che ha decretato il suggestivo inizio di una rivoluzione culturale.

Quale fu Il loro slogan? ” Stupire la Borghesia”

Era l’ottocento ma quella decisione così ambiziosa è tuttora il motto di questo gruppo di dandies milanesi, e si rivolge ad una rinata aristocrazia intellettuale.

Quello che stupisce è il suo  stile: una straordinaria eleganza anche di modi che pare davvero arrivare da due secoli addietro.

Alla domanda: Cosa cercano le persone? Fabrizio Zampetti risponde:

Un abito piu’ ampio, un vestito che riveli un’identità  dove accogliere, meno intimo di un capo di abbigliamento ma altrettanto tailor made: la casa.”

La sua missione?  Trovare l’abito architettonico perfetto per i propri clienti.