Il giornalista presidente dell’Italia dei Diritti è stato ospite al vernissage dell’esposizione delle opere del celebre pittore scomparso, padre dell’attrice Adriana, madrina dell’evento
Roma – L’eleganza e la malia di palazzo Rospigliosi, a Zagarolo, piccolo centro alle porte della Capitale, hanno ospitato, l’altro pomeriggio, l’inaugurazione di una delle più prestigiose e interessanti mostre d’arte dell’anno.
Il vernissage ha aperto l’esposizione, in programma per molti giorni, delle opere di uno dei più grandi pittori italiani del Novecento, il celebre Mario Russo, padre della nota attrice Adriana, che all’evento ha fatto anche da madrina. Tra i primi a giungere il giornalista direttore di Italymedia.it e presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, sempre in pole position quando si tratta di rispondere agli inviti a eventi di arte e cultura. E tra l’altro questa volta l’ex direttore e voce storica di Radio Roma ha risposto alla chiamata di Adriana Russo, che è noto essere una delle sue più care amiche. L’atmosfera nelle sale dell’importante edificio è stata quella delle grandi occasioni, con l’ufficialità sancita dalla presenza delle autorità istituzionali capeggiate dal sindaco Lorenzo Piazzai, per tributare tutti i doverosi onori a un artista che ha scritto alcune delle più belle pagine della storia dell’arte peninsulare. Tra i presenti, oltre a Maura, l’altra figlia del compianto pittore, in compagnia di suo marito, anche il consigliere regionale Piero Petrassi, lo sceneggiatore Teodosio Losito, la bellissima attrice Adua Del Vesco, la stilista Eleonora Altamore, il noto medico otorino Orazio De Lellis, la straordinaria organizzatrice di eventi Lisa Bernardini, Claudia Cavalcanti, Giò Di Giorgio, Armando De Razza, Conny Caracciolo, Ugo Mainolfi, Jolanda Gurreri, Giuseppina Iannello e Francesco Caruso Litrico.
“E’ un mio preciso impegno — ha sottolineato De Pierro — portare, quando mi è possibile, il sostegno del movimento che presiedo alle iniziative artistiche e culturali di valore a cui vengo invitato e, di contro, gli inviti che ricevo li considero un onore e un privilegio, in quanto mi donano il piacere di poter godere di non comuni squisitezze intellettuali. Per quanto riguarda Mario Russo, oltre all’inconfutabile pregio della sua produzione artistica, la mia presenza è stata dettata anche da un impulso di carattere affettivo, per via del grande vincolo amicale che mi lega a sua figlia Adriana. Il mio plauso giunga al sindaco Piazzai per aver sostenuto questo commendevole evento, cosa che connota apoditticamente l’indirizzo tracciato dalla sua amministrazione, specie in un frangente storico come quello attuale, in cui spesso vediamo la cultura relegata ai margini delle elaborazioni progettuali dell’azione politica”.
Poi il leader dell’Italia dei Diritti non rinuncia a raccontare, con annessa polemica, un siparietto che l’ha visto coinvolto e che l’ha portato a conoscenza di una singolare procedura burocratica afferente all’esazione delle sanzioni amministrative.
“Sono arrivato a Zagarolo — riferisce — dopo circa un’ora e mezza di viaggio da Roma e, giunto finalmente a destinazione, dopo aver chiesto più volte informazioni per trovare la sede della mostra, ho parcheggiato la mia autovettura in un’area destinata al parcheggio previo esborso di denaro. Non riuscendo a individuare nell’immediatezza dove fosse apposta la scritta con le indicazioni del limite temporale inerente al pagamento della sosta, chiedevo a un passante che mi riferiva che l’obbligo gabellare terminava alle ore 19,00. Essendo passato tale orario evitavo di procedere in tal senso, avviandomi a piedi verso palazzo Rospigliosi. Al ritorno trovavo sul parabrezza il verbale sanzionatorio, giustamente elevato in quanto l’esenzione dal pedaggio iniziava alle ore 20,00. Perciò, come ogni onesto cittadino, mi adoperavo per corrispondere al Comune di Zagarolo quanto dovuto, intendendo usufruire del beneficio dello sconto del 30% sull’importo previsto, come introdotto nel 2013 dal cosiddetto Decreto del Fare. E qui mi imbattevo in quella che considero una paradossale lacuna procedurale nell’attività di riscossione. Infatti, allegato al verbale di censura della fattispecie comportamentale da me posta in essere, non risultava esserci alcun bollettino di pagamento. Inizialmente avevo pensato a un errore, ma poi venivo a scoprire che le sanzioni a Zagarolo sembra si possano pagare solo presso un ufficio preposto e in giorni prestabiliti. Tale distorsione burocratica, al di là della non ottemperanza al secondo comma dell’art. 202 del Cds, che prevede almeno l’utilizzo di un bollettino di conto corrente postale, pone un problema di preclusione, o quantomeno di limitazione, di accesso al diritto del trasgressore di poter usufruire dell’agevolazione del pagamento in misura ridotta del 30%. Una condizione di penalizzazione che limita significativamente anche chi abita a Zagarolo, ma soprattutto di fatto impedisce a un non residente di poter pagare con questa formula, il quale, magari di passaggio in paese, dovrebbe tornarvi appositamente per soddisfare l’obbligazione contratta, e annullandone un diritto sancito ex lege, se non ha un conoscente, come nel mio caso, che possa farlo per lui. Come Italia dei Diritti, sempre in prima linea nel difendere quel cittadino a cui è riconosciuto un solo diritto in meno, non possiamo tollerare di certo questa effettività congiunturale, e siamo certi che il sindaco Piazzai, da poco insediatosi, a cui la cosa probabilmente è sfuggita e di cui conosciamo perfettamente la caratura umana, etica e professionale, saprà apportare immediatamente i correttivi necessari a sanare tale situazione. Come certamente avvierà una valutazione approfondita per quella che, a una nostra prima disamina effettuata a seguito dell’evento de quo, ictu oculi ci è sembrata una condizione in contrasto con il disposto dell’art. 7 comma 8 del Cds. Infatti, de iure condito, in caso il Comune disponga la presenza di aree destinate al parcheggio subordinato al pagamento di una tariffa oraria, ‘su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta’, come per esempio avviene nel comune di Ariccia, dove abbiamo avuto modo di constatare proprio qualche giorno fa il pieno rispetto di tale codifica legislativa. Per occuparsi della situazione e approfondirla ho già delegato il vice responsabile per il Lazio del nostro movimento, Carmine Celardo, che tra l’altro vive e lavora proprio a Zagarolo”.
(Foto di Marco Bonanni)