Donne e integratori: la scienza elude il rapporto test/consumatore

Come volti di voi ben sapranno le statistiche sono al tempo stesso strumenti di valutazione interessanti ma in molte occasioni lasciano particolarmente perplessi, vuoi per particolarità e/o carattere degli argomenti verso i quali sono rivolte, vuoi perché il metodo con cui vengono condotte lasciano fin troppe ombre per poter garantire una risposta valida e funzionale. Da quelle che sono le più recenti statistiche pare risultare che le donne risultano consumatrici di farmaci assai più accanite della controparte maschile. La differenza registrata non è affatto minima, si parla infatti di uno scarto che si aggira intorno al 25% e che interessa soprattutto l’utilizzo di rimedi naturali di origine vegetale così come un intenso consumo di integratori. Dato particolare e di grande interesse per l’argomento trattato è che scienza e medicina continuano ancora oggi ad essere propensi per uno studio riguardante gli effetti di farmaci e para-farmaci, che per i test usufruisce quasi esclusivamente di soggetti maschili lasciando così maggiormente scoperta da rischi di intolleranze quella che è la categoria consumatrice primaria del prodotto finito. Molte tipologie di integratori sono oggi consumati in discreta quantità dalle donne poiché aiutano il fisico a superare problematiche ormonali e metaboliche a cui sono maggiormente esposte, la scienza è quindi oggi chiamata ad aggiustare il proprio metodo, adeguandolo in maniera utile a garantire una fruibilità che presenti un minor livello di rischio.

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