Streghe e cannibali per il nuovo viaggio in solitaria della Milandri.

Dopo aver vissuto con gli Innuit sui ghiacci, cercato acqua con i Boscimani nel Deserto del Kalahari , esplorato la foresta pluviale con i Pigmei ed essere stata adottata in una tribù di Nativi Americani, il nuovo viaggio della viaggiatrice in solitaria Raffaella Milandri si preannuncia

estremamente periglioso. La fotografa e scrittrice si recherà ad agosto in Papua Nuova Guinea. “Una terra ai confini del mondo. -dice la scrittrice e fotografa-E’ ora per me di affrontarla.” Sulle 6000 lingue parlate nel mondo, 1000 sono parlate in Papua Nuova Guinea. Vi sono tribù dalle tradizioni incredibili, e gli ultimi cannibali vivono qui: l’estate scorsa ben 29 persone sono state processate per cannibalismo. In una Natura selvaggia, si sussuegono forti terremoti ogni giorno, dai 5 ai 7 gradi della scala Richter . A maggio 2013, nonostante le proteste dell’Onu, il Governo ha stabilito la pena di morte per stupri, rapine a mano armata e omicidi, onde scoraggiare la miriade di crimini che rimbalzano dalle città di Port Moresby e Mount Hagen fino ai villaggi più inaccessibili.

Una terra crudele nei confronti delle donne: oltre il 50% sono vittime di stupri, e il 66% è vittima di violenze domestiche. E’ proprio dopo l’uccisione di una turista australiana e lo stupro di una ricercatrice americana, a maggio 2013, che il Primo Ministro Peter O’Neill ha portato avanti la pena capitale come mezzo di dissuasione . Esistono moltissime “gang” di uomini che fanno incursioni violente nelle vite degli abitanti della Papua Nuova Guinea, ma specialmente delle donne: pare che ben due terzi degli uomini abbiano partecipato almeno una volta a uno stupro di gruppo . Ma non finisce qui: il Sourcery Act è una legge tuttora in vigore che permette una pena indulgente a chi usa il rogo per stregoneria . E’ quindi frequente una “caccia alle streghe” che molte volte maschera una lite familiare o una vendetta personale. Le cronache riportano troppo frequentemente questi “assalti purificatori” in Papua Nuova Guinea.

Chiediamo alla Milandri, attivista per i diritti umani, come si prepara a questo viaggio.

“Innanzitutto, sono preoccupata e ho paura, ma sconfiggere la paura è il presupposto per avere coraggio. Sono estremamente curiosa di esplorare questa terra, ma userò il massimo della prudenza. Viaggerò in solitaria come al solito, mi porterò molte medicine e abiti informi e semplici per non dare nell’occhio. Vado alla ricerca soprattutto delle donne indigene di questo Paese, per farmi raccontare le loro storie. Il mio obiettivo è raccogliere testimonianze che aiutino le vittime.”

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