Apple permette ai bambini di comprare puffbacche?Ora deve risarcire 100 milioni di dollari

La disputa cominciata ben due anni fa vede ora in difetto il colosso di Cupertino. La Apple infatti è stata accusata di ingannare gli utenti con applicazioni freemium che permettevano anche ai bambini di scaricare contenuti, giochi e applicazioni senza password.

I bambini inconsapevolmente credevano di scaricare per iPhone o iPad applicazioni e giochi gratis come accade nei veri portali di giochi online gratuiti, in realtà erano contenuti a pagamento.

La Class Action è iniziata nel 2011 con l’accusa rivolta alla Apple di non aver informato che alcuni giochi e applicazioni sviluppate da terze parti e scaricabili gratutitamente prevedessero aggiornamenti e contenuti aggiuntivi a pagamento scaricabili senza il reinserimento della password di sicurezza. Quest’ultima procedura non chiara permetteva dunque anche ai bambini, che volevano aggiornare il proprio gioco o applicazione, di scaricare contenuti a pagamento. Uno dei contenuti più costosi si tratterebbe di un barile di puffbacche a 99 dollari nel gioco dei puffi, Smurf’s Village che veramente si trasformava in un addebbito della cifra sul conto del cliente.

Fortunatamente la giustizia ha fatto il suo corso chiudendo la class action a favore dei più piccoli e delle loro famiglie, senza lasciarsi spaventare dal colosso della mela morsicata.

La Apple ora restituirà una cifra pari a 100 milioni di dollari ai 23 milioni di account di clienti ingannati dai contenuti a pagamento tra cui si sono raggiunti addebiti da pochi dollari a centinaia di dollari, il massimo è stato di 1400 dollari per una famiglia californiana. Se l’accredito avesse superato i 30 dollari saranno restituiti in contanti, per tutti gli altri il rimborso consisterà in crediti spendibili sulla piattaforma iTunes.

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