Per paura di perdere il lavoro e non poter pagare le rate un italiano su quattro assicura il proprio prestito

Di fronte ad una crisi economica sempre più forte, le paure degli italiani aumentano: così, chi ha bisogno di chiedere un prestito decide di proteggersi, anche a costo di spendere di più. Il broker online Prestiti.it (www.prestiti.it) ha preso in esame 30.000 preventivi di finanziamento compilati nel corso del 2012, evidenziando che, nel 26% dei casi, le richieste includevano anche un’assicurazione sul prestito.

«La copertura assicurativa del credito – ha dichiarato Lorenzo Bacca, Responsabile business unit Prestiti.itè una forma di tutela che le banche offrono al titolare del finanziamento nel caso in cui non fosse in grado di sostenere il pagamento delle rate e che, al contempo, offre maggiori garanzie agli istituti finanziatori. In caso di insolvenza, ad esempio per perdita del lavoro, malattia, infortunio o decesso, è l’assicurazione che interviene, evitando che si interrompa il pagamento delle rate. Ovviamente, tutto secondo le clausole del contratto stipulato.»

La cifra media di un prestito “assicurato” è di circa 10.000 euro, da rimborsare in cinque anni. Non tutti i finanziamenti, però, meritano la stessa attenzione: quelli per cui si è più prudenti sono quelli che implicano un impegno maggiore in termini di durata, tant’è che sotto i 36 mesi la richiesta di copertura è inferiore al 23%. Questo accade perché la paura maggiore è quella di un improvviso peggioramento della propria situazione finanziaria nel corso degli anni di durata del finanziamento.

Per quanto riguarda le finalità, a vedere un maggior ricorso ad una polizza di copertura del credito sono quelle che implicano un investimento emotivo, oltre che finanziario: su tutte spiccano i prestiti per arredamento (31,7%), quelli per matrimoni e cerimonie (29,9%) e quelli per la ristrutturazione della casa (28,6%).

Ma cosa implica la sottoscrizione di una copertura assicurativa? Parliamo, evidentemente, di un onere aggiuntivo per i clienti, che modifica la somma totale del finanziamento richiesto e l’ammontare della singola rata. L’incremento mensile varia da banca a banca e tiene in considerazione durata, somma richiesta ed età anagrafica del cliente. Per un prestito di 10.000 euro da restituire il 60 mesi e finalizzato alla ristrutturazione di un immobile, ad esempio, l’incremento medio mensile è di appena 4 euro.

«La CPI, ovvero Credit Protection Insurance – continua Baccaè obbligatoria per legge solo nel caso in cui si faccia ricorso alla cessione del quinto; negli altri casi, la scelta di tutelarsi è lasciata al cliente. Va detto, tuttavia, che spesso l’incremento che questa implica sulla rata mensile può rappresentare un paracadute in caso di incidente che vale la pena prendere in considerazione.»

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