Innovazione industriale, dibattito europeo al Centro Sviluppo Materiali

Roma – Ricerca e innovazione dei materiali come via d’uscita per la ripresa industriale è il tema dell’incontro-dibattito organizzato nei giorni scorsi nella sede del Centro Sviluppo Materiali. Un principio ampiamente dibattuto e ribadito durante l’incontro da Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero Economia e Finanza: «La crescita del nostro paese è legata al rilancio del manifatturiero che deve aggiornarsi con innovazioni di processo e di prodotto».

Numerosi i partecipanti che hanno affollato le sale convegni del Centro Sviluppo Materiali. Fra questi, oltre a Baretta, Herbert von Bose per la Commissione Europea, Vincenzo Zezza per il Ministero Sviluppo Economico, Marco Vittori Antisari per l’Enea, Nicoletta Amodio, dirigente Area Ricerca, Innovazione, Education di Confindustria, Giuseppe Pagnano, responsabile del progetto europeo Clean Sky, Loredana Ghinea, direttore del partenariato europeo pubblico-privato Spire, e l’On. Fausto Bertinotti.

Al centro del dibattito, ospitato da Roberto Zocchi e Mauro Pontremoli, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Centro Sviluppo Materiali Spa, l’importanza della ricerca e le strade che istituzioni e industria devono percorrere in questa direzione per riconquistare posizioni di mercato.

Da una parte, il governo Letta intende creare un “Sistema Nazionale della Ricerca” sostenuto da incentivi fiscali. Dall’altra, la Commissione Europea intende favorire l’eccellenza scientifica e la ricerca con il programma-quadro Horizon 2020.

La sede dell’incontro non è casuale: il Centro Sviluppo Materiali Spa, un centro di ricerca applicata e innovazione sui materiali, conosciuto a livello mondiale, ha voluto festeggiare il 50° anniversario della fondazione con un contributo costruttivo in un momento difficile dell’economia, in particolare per il settore industriale.

Le linee guida di Baretta, per il Governo

«Per questo Governo è prioritario definire uno strumento strutturale di agevolazioni fiscali per sostenere le attività di ricerca e sviluppo, che dovrà essere aggiuntivo rispetto al credito d’imposta per l’assunzione di personale altamente specializzato in questo comparto». Queste le parole del sottosegretario, che ha aggiunto: «La creazione di un “Sistema Nazionale della Ricerca” è un’esigenza strategica per lo sviluppo e la competitività del paese e il sostegno alla Ricerca è uno degli obiettivi principali di questo Governo».

Anche per l’onorevole Fausto Bertinotti è necessario che l’Italia si allinei agli altri paesi Europei, «con un maggiore impegno finanziario in R&I a favore del sistema produttivo, che deve trovare riscontro nel mondo imprenditoriale».

La situazione italiana

I dati illustrati da Baretta non sono lusinghieri. Nel 2011 l’Italia ha destinato a Ricerca e Sviluppo l’1,25% del PIL, contro il 3% dei partner europei. Il numero degli addetti in Italia è di circa 350.000 persone di cui 150.000 ricercatori, il 30% donne. In linea con la media europea, ma sottodimensionato rispetto ai Paesi più grandi. Su 54.414 brevetti depositati in Europa nel 2010, solo 4.423 erano italiani a fronte di 8.700 francesi e ben 21.700 tedeschi.

La ricetta europea

Anche per Herbert von Bose, Direttore nella Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea «la situazione di crisi dell’economia mondiale è connessa con una sostanziale perdita di robustezza del sistema produttivo industriale che si è basato troppo su finanza e servizi».

Secondo von Bose, «L’industria deve essere posta al centro della questione europea per conservare una posizione leader a livello globale e far ripartire l’economia in Europa».

Von Bose è responsabile di Horizon 2020, programma europeo in cui il Centro Sviluppo Materiali partecipa attivamente con il coordinamento del Progetto MatVal per le attività di ricerca e innovazione sui materiali.

Gli obiettivi che l’Europa si è posta con Horizon 2020 non potranno essere raggiunti, ha spiegato, senza la ricerca creativa e l’impegno nell’innovazione. Dall’energia, ai trasporti, alla salute, all’ambiente, ecc. «la grande sfida è trasformare questi risultati in utile. Un obiettivo a cui il Centro Sviluppo Materiali può dare un contributo importante».

Le politiche per la ricerca industriale, secondo l’ENEA

Marco Vittorio Antisari, direttore “Unità Tecnica” Tecnologie dei Materiali dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), ha sottolineato che «occorrono opportune sinergie e un buon coordinamento fra la politica energetica e il supporto alla ricerca industriale». E’ una premessa indispensabile, ha spiegato, perché i finanziamenti si traducano in reali benefici tecnologici, con ricadute economiche misurabili. Antisari ha ricordato l’esempio negativo del fotovoltaico: «la mancanza di coordinamento nel sistema pubblico non ha portato ricchezza nonostante i rilevanti investimenti».

Il Centro Sviluppo Materiali, cinquant’anni di eccellenza

«Questo anniversario», ha dichiarato nel suo intervento introduttivo Mauro Pontremoli, «è un passaggio importante per rilanciare con forza il ruolo del Centro Sviluppo Materiali come preziosa risorsa nazionale. Le innovazioni strategiche nel campo dei materiali – ha spiegato – sono in grado di migliorare la competitività delle industrie manifatturiere che operano in importanti settori del comparto».

Il Centro Sviluppo Materiali Spa, con sei sedi in Italia e oltre 300 fra dipendenti e collaboratori, è un centro di ricerca applicata che elabora soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel campo dei materiali, in particolare acciaio e leghe speciali. L’approccio multidisciplinare le consente di coprire l’intero arco del processo di innovazione, dalla metallurgia alla chimica fisica di processo, fino all’applicazione nella filiera produttiva.

In cinquant’anni di attività, il Centro Sviluppo Materiali è divenuto un nodo importante del network di ricerca europeo, con un forte coinvolgimento nella ricerca comunitaria e con la presenza istituzionale in organismi che svolgono un ruolo decisivo anche nel futuro programma europeo Horizon 2020.

Tra le filiere di ricerca ed innovazione di maggior rilievo nella prospettiva europea in cui interviene il Centro Sviluppo Materiali, la Siderurgia, l’Aerospazio, l’Energia e l’Ambiente, con particolare riferimento alla valorizzazione dei rifiuti industriali pericolosi per la produzione di energia elettrica e termica (Waste-to-Energy).

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