Starkey: la tutela dei dipendenti dall’ipoacusia dovuta all’esposizione al rumore sul luogo di lavoro

L’ipoacusia dovuta a una perdurante esposizione al rumore è la patologia professionale più diffusa in Europa: addirittura un terzo delle persone che si ammalano sul luogo di lavoro viene colpito da questa patologia

Milano, gennaio 2021 – Si stima che in tutto il mondo siano circa 360 milioni le persone che soffrono di patologie legate a problemi dell’udito, e per la metà di esse l’ipoacusia è derivata da una continua esposizione a una fonte di rumore sul luogo di lavoro. In questi casi, è possibile – e doveroso – prendere delle precauzioni per evitare che le persone si ammalino di questa patologia.

L’ipoacusia avviene in conseguenza all’esposizione prolungata a un rumore costante, o come effetto traumatico. Un esempio è il rumore che deriva da un cantiere, oppure l’esposizione a rumori improvvisi e forti, come gli spari di un’arma da fuoco. In questo secondo caso, il sintomo che si manifesta maggiormente è l’acufene, che causa un peggioramento della qualità di vita e che può influire negativamente anche sull’udito. Nel primo caso, invece, la principale difficoltà riscontrata è quella nel percepire i suoni ad alte frequenze e, nei casi più gravi, anche quelli con frequenze più basse.

Una terza causa dell’ipoacusia è riscontrabile nelle sostanze chimiche ototossiche, cioè pericolose per l’apparato uditivo, come il disolfuro di carbonio, il toluene e lo stirene, utilizzati nelle tipografie o nelle fabbriche di plastica.

La difficoltà uditiva ha come sue possibili conseguenze anche un aumento dello stress, l’isolamento sociale e il rischio maggiore di infortuni sul lavoro.

Per tutelare i lavoratori a livello legislativo, è stata varata la direttiva 2003/10/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore): essa stabilisce che un lavoratore può essere esposto quotidianamente a un rumore non superiore a 87 dB. Al datore di lavoro si riferisce il D.Lgs.81/2008 TitoloVIII, capo II, secondo cui il datore di lavoro deve effettuare un’accurata valutazione dell’esposizione al rumore nell’ambiente di lavoro, adottando le precauzioni più adeguate, come l’insonorizzazione dei macchinari e la fornitura al personale di appositi dispositivi di protezione.

Fonte: www.starkey.it