Il microchip per il tuo gatto, cosa fare

A differenza di quanto accade per i cani, i gatti non hanno obbligo di microchip, tranne in caso di richiesta del Passaporto Europeo.

Se quindi non porti il tuo gatto all’estero e decidi di non sottoporre il tuo micio all’impianto di questo dispositivo, non incorrerai in alcuna sanzione.

Anche se in Italia non è obbligatorio, il microchip è comunque altamente raccomandato nelle circostanze che favoriscono i rischi di furto o smarrimento: quando, ad esempio, porti il micio in viaggio con te o quando gli permetti di gironzolare fuori casa, anche solo occasionalmente.

In questi casi, il microchip costituisce una misura di sicurezza molto efficace, perché ti permette di ritrovare il tuo gatto ovunque sia.

L’applicazione del microchip viene sempre associata all’Iscrizione all’Anagrafe Nazionale Felina, la banca dati informatizzata privata promossa dall’A.N.M.V.I. (“Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani”): entrambe le procedure sono prestazioni a pagamento e vengono eseguite esclusivamente dai veterinari appartenenti all’Associazione (per trovare quello più vicino a te, consulta l’elenco sul sito ufficiale http://www.anagrafenazionalefelina.it/).

Il microchip si presenta come una capsula trasparente biocompatibile di minuscole dimensioni: il suo impianto non comporta dolore o fastidio, tanto da poter essere effettuato senza anestesia.

Viene inserito al micio tramite iniezione e posizionato ad un lato del collo o fra le scapole.

In condizioni normali non emette segnali o vibrazioni, quindi il gatto non ne avverte minimamente la presenza.

L’unico modo per attivarlo è la lettura del codice univoco interno tramite un apposito lettore.

Il codice in questione, composto da 15 cifre, contiene tutte le informazioni utili all’identificazione del gatto e del suo proprietario, le stesse che verranno riportate nella scheda dell’Anagrafe in fase di iscrizione.

E’ molto importante comunicare qualsiasi successiva variazione di questi dati, così da mantenere la scheda sempre aggiornata.

Così, nell’eventualità che tu smarrisca il tuo micio, ti basterà recarti da uno qualsiasi dei veterinari A.N.M.V.I. per segnalare lo smarrimento in banca dati.

Chi ritrova, invece, dovrà innanzitutto appurare che il micio sia microchippato (possono rilevare la presenza del microchip i servizi veterinari dell’ASL e tutti i veterinari iscritti all’Ordine); in caso affermativo, si recherà da un veterinario A.N.M.V.I., che identificherà il gatto tramite lettura del codice e provvederà a contattare il proprietario.

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