Credito d’imposta per sanificazione ambienti di lavoro

Per garantire sempre un’eccellente qualità dell’aria che respiriamo, nei luoghi di lavoro come a casa, tutti i dispositivi di filtrazione, climatizzazione e condizionamento devono essere sottoposti a regolare manutenzione. L’aria, infatti, veicola numerosi microrganismi responsabili di infezioni: ecco perché si rende necessaria una regolare e corretta manutenzione degli impianti di condizionamento. Nelle persone allergiche, con problemi respiratori e che soffrono d’asma, una cattiva o carente manutenzione del filtro dell’aria potrebbe causare peggioramenti dello stato di salute. È proprio nei filtri che si raccoglie la polvere e si annidano pollini e acari, responsabili di crisi respiratorie nei soggetti allergici.

 

Impianti di areazione e virus: quali sono da controllare?

Per assicurare una corretta disinfezione bisogna intervenire affinché il ricircolo dell’aria venga bloccato, evitando in questo modo che gli impianti di trattamento dell’aria rappresentino un meccanismo di trasmissione dell’agente patogeno.

 

Quali sono gli impianti da controllare?

 

  • impianti di condizionamento e di climatizzazione (controllo qualità dell’aria e termoigrometrico);
  • impianti di termoventilazione (controllo qualità dell’aria e termico, escluso quello igrometrico);
  • impianti di ventilazione (controllo qualità dell’aria, escluso quello termico ed igrometrico).

 

Incentivi per la sanificazione dei luoghi di lavoro

Grazie al decreto Rilancio, le aziende avranno degli incentivi fino al 60% per la sanificazione degli ambienti di lavoro e riaprire così in sicurezza. Come misura di contenimento ed eliminazione di batteri, funghi, spore e virus, per tutte le attività lavorative che eseguiranno la sanificazione degli ambienti, verrà riconosciuto un credito di imposta fino al 60% delle spese di sanificazione sostenute e documentate nel 2020.

Il credito di imposta spetta ai soggetti esercenti arti e professioni, agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo del settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Il credito d’imposta spetta fino ad un massimo di 60.000 € per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2020 e riguarda tutte le spese sostenute per la sanificazione dei luoghi di lavoro e l’acquisto di mascherine e DPI.