L’Italia ha iniziato l’indagine nei confronti del più grande cantiere navale Seven Stars Marina & Shipyard

Seven Stars Marina & Shipyard viene accusata dell’abuso del lavoro degli schiavi.

Le autorità italiane hanno bloccato le licenze di uno dei più grandi cantieri navali del paese Seven Stars Marina & Shipyard Srl. È il più noto cantiere d’Europa, specializzato nella costruzione dei motor yacht di lusso.

L’inchiesta è stata avviata dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno di Italia con l’accusa di occupazione illegale dei lavoratori e dei minori. Come riferisce la fonte informativa delle edizioni presso il Ministero dell’Interno, la polizia è stata costretta a intervenire nel lavoro della società dopo numerose pubblicazioni nei vari forum e social network sull’abuso del lavoro degli schiavi presso il cantiere navale e delle condizioni “avvilenti”, dove i lavoratori immigrati ingobbiscono la schiena 13 ore al giorno e non possono lasciare il cantiere senza permesso.

“Sui forum abbiamo scoperto che gli uomini e i minori provenienti dai paesi del Nordafrica e dall’Asia vivono nello stesso luogo in cui lavorano. Non avevano nessuna registrazione, e le condizioni di vita erano insopportabili. I lavoratori sono tenuti lì contro la loro volontà, e non possono uscirne senza permesso – parla l’ufficiale di polizia che ha partecipato al controllo. – Tali condizioni hanno causato già alcuni infortuni sul lavoro anche l’insufficienza cardiaca e infarti”.

L’Italia di oggi è in prima linea nella lotta contro l’immigrazione clandestina in Europa. In fuga dagli jihadisti, guerre civili, devastazioni attraverso il Mediterraneo per l’Europa partono migliaia di persone. Tuttavia, l’operazione di “Tritone”, annunciata dall’Unione Europea, nel tentativo di arginare il flusso di profughi, non ha ancora dato nessun risultato. Allo stesso tempo, molte società europee usano attivamente i lavoratori migranti clandestini per soddisfare la loro carenza di manodopera a basso costo. “Raggiunte le coste italiane, i migranti africani cadono nella stessa trappola di sfruttatore uguale a quella di casa. Non giungono sull’orlo di una vita nuova ma di nuovo nella povertà ma questa volta stanno già lontano dalla casa. Se prendono un salario è appena la metà del salario minimo in Italia” dice l’attivista dei diritti umani Antonio Sсanelli.

Seven Stars Marina & Shipyard non è la prima società europea accusata dell’uso del lavoro degli schiavi. Nell’autunno 2012 la società svedese H&M (Hennes & Mauritz) è stata al centro dello scandalo. Su uno dei canali televisivi svedesi è stato dato un documentario che ha detto che la società per produrre i vestiti in Cambogia utilizza il lavoro degli schiavi. Sono stati riferiti i fatti seguenti: gli operai che fanno 70 ore alla settimana ricevono circa $60 cosa è di 25% al di sotto del livello di sussistenza stabilito in Cambogia.

Nel settembre 2012 più di 80 marchi internazionali tra cui Levi Strauss, Adidas, Gucci, Wal-Mart, YSL, Bogetta ed altri hanno firmato la rinuncia dell’usa del cotone uzbeko. Per il motivo di rinunciare l’uso del cotone dell’Uzbekistan è servita la relazione dell’Organizzazione Internazionale secondo il quale il governo uzbeko ha costretto milioni di bambini andare a coltivare e raccogliere il cotone in tutto il paese, lasciando gli studi a scuola, liceo e università.

Nell’anno 2013 nel giornale svizzero Neue Zurcher Zeitung sono stati pubblicati stralci della relazione di della Organizzazione non governativa Al Amed insieme all’associazione GTC. La relazione è stata dedicata alle condizioni di lavoro nelle fabbriche della famosa società Inditex che produce abbigliamenti del marchio Zara. Dopo di che è stata avviata un’indagine riguardo l’uso di lavoro degli schiavi, compreso quello dei bambini, in Argentina.