Anzitutto è necessario dare una definizione alla parola “dipendenza”: un tratto della personalità infantile caratterizzato dalla mancanza di autosufficienza che si traduce in un bisogno di sottomissione alla madre o a sostituti materni, eccessivo rispetto all’età. Si manifesta caratteristicamente nei bambini iperprotetti ma può sussistere anche nell’età adulta, per mancanza di autostima e per bisogno continuo di approvazione.
La dipendenza affettiva, conosciuta anche come mal d’amore, rientra nella più ampia categoria delle nuove dipendenze, che comprendono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica (droga, alcol, farmaci, ecc.), ma l’oggetto della dipendenza è rappresentato da comportamenti o attività che sono parte integrante della vita quotidiana. Tali comportamenti in alcuni individui possono assumere caratteristiche patologiche, fino a invalidare l’esistenza del soggetto stesso e il suo sistema di relazioni, provocando quindi gravissime conseguenze.
E’ possibile definire la dipendenza affettiva come una forma patologica di amore caratterizzata da una costante assenza di reciprocità all’interno della relazione di coppia, in cui uno dei due riveste il ruolo di donatore d’amore a senso unico, e vede nel legame con l’altro, spesso problematico o sfuggente, l’unica ragione della propria esistenza.
La dipendenza affettiva è l’antitesi dell’amore verso di sé. Chi ama troppo non ha imparato a sviluppare nè l’amor proprio nè l’autostima. Vuole essere amato ad ogni costo, senza sapere che cosa significhi amare se stessi. Tenta di essere amato da qualcun’altro. Sogna un amore che colmi l’immeno vuoto che lo pervade, anche se in fondo, non crede di meritare di essere amato per quello che è.
Il dipendente affettivo non riesce a beneficiare dell’amore nella sua profondità ed intimità. Al contrario quello che ricerca è un piacere immediato, l’alleviamento di una tensione o il superamento di un’insicurezza. La persona dipendente non è assolutamente in grado di uscire da una relazione anche se ammette che la relazione stessa è senza speranza, insoddisfacente e spesso autodistruttiva.
La peculiarità di questo tipo di dipendenza è che si tratta di un disagio psicologico che è in grado di vivere nascosto nell’ombra anche per l’intera vita di una persona, ponendosi tuttavia come la radice di un costante dolore e alimentando spesso altri gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali.
Il soggetto, convinto di non essere amato vive costantemente nella paura di non piacere, teme la solitudine, accetta di fare qualunque cosa per l’altro e questo anche se la richiesta va contro i suoi valori e la sua morale. Questo complesso di inferiorità e questa paura lo conducono ad asservirsi, talvolta a tollerare l’intollerabile per conservare quel poco di amore che è riuscito a strappare. Giacchè fa fatica a porre dei limiti, nutre una paura viscerale di essere abbandonato e conosce poco il suo valore personale.
La Dott.ssa Nadia Barberis, presso il suo studio di Messina, offre consulenze psicodiagnostiche, sostegno psicologico, psicoterapia psicoanalitica, sia all’individuo che alla coppia. La dipendenza affettiva è una delle molte problematiche di cui si occupa.