Prezzi da capogiro, la piccola Islanda è la più costosa Europa

Il paese europeo dove si registrano i prezzi maggiori è l’Islanda. Lo ha certificato Eurostat – l’ufficio di statistica europeo – nella sua ultima indagine sul costo della vita nei vari paesi UE.

Che prezzi in Islanda!

prezzi islandaQualche numero rende chiara l’idea. I prezzi di una pizza (peraltro la più “semplice”, la Margherita) possono arrivare a circa 2.400 corone, ovvero 17 euro. Se poi la si vuole accompagnare con un bicchiere di vino si devono aggiungere altri 10 euro. Più economica la birra, che arriva sui 7 euro (una pinta). Complessivamente, una cena per due persone in un ristorante di fascia intermedia costa in media 85 euro. Esempi eclatanti che spiegano perché secondo Eurostat in Islanda i prezzi al consumo del 2018 sono stati in media superiori del 56% rispetto al resto d’Europa.

Va detto che in generale i paesi nordici si mettono in evidenza per i loro prezzi molto elevati. Infatti Norvegia (+48% sul resto della UE) e Danimarca (+38%) completano (assieme alla Svizzera, +52%) l’elenco dei primi quattro paesi più cari dell’Unione.

Economia piccola e senza benefici di scala

Che l’Islanda abbia prezzi alti non deve stupire. Infatti trattandosi di un’isola molto piccola, dipende molto dalle importazioni e non è in grado di realizzare grandi economie di scala, come invece possono fare i paesi anche 100 volte più grandi. Inoltre nella seconda parte del 2018 la Corona svedese ha avuto un forte deprezzamento (circa l’11%), con pattern harami bullish bearish, e questo ha reso i prezzi dei prodotti importati molto più alti. E di riflesso anche i prezzi al consumo sono cresciuti. Un’altra spinta ai prezzi è data dall’elevato tenore di vita degli islandesi, che hanno un salario medio di 632.000 corone mensili (circa 4.450 euro). Tra i più alti d’Europa.

Qualcosa però in Islanda potrebbe cambiare presto. Questo paese di sole di 355mila anime, dopo la crisi finanziaria del 2008-2011 è stato protagonista di una grande ripresa ed è tornata a crescere. Tuttavia le previsioni dicono che ci sarà una frenata del Pil quest’anno, e questo potrebbe spingere i prezzi al ribasso sui mercati otc. Inoltre l’inflazione nel primo trimestre di quest’anno è salita al 3,1%, e questo potrebbe ridurre il potere d’acquisto, finendo per deprimere i prezzi.