Mercato delle commodities, cresce la pressione dopo i dazi di Trump

La politica protezionista di Trump ha contagiato in fretta il mercato delle commodities. All’inizio di marzo il presidente USA ha scosso i mercati mondiali annunciando l’introduzione di tariffe commerciali sulle importazioni di acciacio (25%) e alluminio (10%). Due misure pesantissime, che hanno subito innescato una forte reazione da parte della UE. Per adesso lo scontro è solo verbale, ma presto si potrebbe passare ai fatti. Il rischio che si scateni una vera e propria guerra commerciale è concreto. Trump ha precisato che i dazi che intende imporre sull’import non colpiranno il Messico e il Canada, i vicini di casa con i quali si sta rinegoziando il trattato NAFTA.

Gli effetti dei dazi sul mercato delle commodities

mercato delle commoditiesAl momento le ripercussioni sul mercato delle commodities è ancora moderata, anche perché la scena è stat dominata dalla notizia del probabile incontro in maggio tra Trump e Kim Jong Un, il leader nordcoreano, per discutere della denuclearizzazione. Questo ha ridotto il clima di tensione e riacceso la propensione al rischio degli investitori. Non per niente il dollaro è andato in aumento sui mercati valutari, con l’accumulation distribution forex trading che è schizzato verso l’alto.

Acciaio su, alluminio giù

Tornando in ambito commodity, la quotazione della bobina di acciaio è schizzata verso l’alto nell’ultimo periodo. Metalli più cari negli Stati Uniti, prezzi sotto pressione nel resto del mondo. Sui mercati delle materie prime l’acciaio era a livello 744 dollari in febbraio, oggi siamo a quota 820. Chi conosce come funziona awesome oscillator trading potrà scorgere un segnale di ipercomprato pressoché costante. Peraltro da ottobre 2017 il mercato ha premiato questo metallo, visto che all’epoca una bobina valena meno di 600 dollari. L’alluminio invece ha fatto registrare la peggiore performance al London Metal Exchange (Lme) quest’anno dopo l’annuncio dei dazi.

Del resto il mercato delle commodities in generale teme il protezionismo, non fosse altro che per i danni che può infliggere all’economia globale. Infatti meno crescita significa meno consumi e meno produzione, il che al tempo stesso innesca ribassi di prezzo per tutti i materiali.