La marcatura CE e il razzismo

La marcatura CE è il nostro tema principale, cerchiamo di approfondire la vostra conoscenza riguardo questo tema e cercare di delucidare tutti i vostri dubbi nel modo più esauriente possibile.

L’argomento di oggi è molto delicato, ma persistente nella nostra società.

Cerchiamo di capire a cosa può essere collegato con la marcatura CE.

Se pensiamo al sostantivo “razza”, pensiamo agli animali, ai gatti, ai cani e alle varie tipologie che li differenziano.
A questo termine, è stato aggiunto un “ismo”, che dichiara la differenza tra gli uomini. In questo modo, sono state create differenze sociali elevatissime e problematiche. Vi porto alcuni esempi: i rossi di pelle, i “musi gialli” (per fortuna non molto usato, ma conosciuto nel mondo dei fumetti), gli aborigeni australiani, con alle spalle una storia che meriterebbe la nostra conoscenza.

Marcatura ce e il razzismo

A questo punto, possiamo giungere ad un altro step: la discriminazione. Se fino ad adesso, le razze sono ad autenticare delle differenze di colore della pelle oppure di provenienza, il termine razzismo si è evoluto andando a puntare ancora più nello specifico: gli zingari, i gialli, i pellerossa, i neri. Ma aggiungiamo pure le discriminazioni religiose: i mussulmani, i cristiani, gli ebrei. E non dimentichiamo gli omosessuali e le prostitute (naturalmente meno accentuato per motivi utilitaristici). Perché questo? Probabilmente per scaricare le nostre debolezze, le nostre paure, le nostre insicurezze su altre persone che porteranno alle spalle problemi non loro.

Purtroppo non abbiamo mai pensato all’utilità di crescere con queste persone, imparare da loro ma anche insegnare a loro quello che è nostro. La forza sta nell’unità, con la discrepanza non andremo lontani.
Allacciamo a questo passaggio la marcatura CE.

La nostra società è formata da milioni di prodotti a fini commerciali: acquisto e vendita. La provenienza di questi prodotti è del far east, importati e immessi nel nostro mercato da operatori commerciali, definiti anche importatori occidentali. Il problema di fondo è che si ricerca prodotti così lontani per il costo basso, ma in questo modo non si guarda più alla sicurezza e alla qualità di questi prodotti.

Però facciamo prima un passo indietro. Abbiamo parlato di importatori, di coloro che portano questi prodotti nel nostro mercato. Al contrario di ciò che sostengono i media, forse per creare pubblicità scandalistica, la maggioranza di importatori non è cinese, ma piuttosto “nostrana”.
I prodotti che gli operatori cinesi importano nei nostri mercati sono un percentuale minima. Perché allora i media non sostengono la verità, affermando del grande controllo di attività di importazione cinese? Il problema risale all’importazioni di prodotti non sicuri, non di prodotti non sicuri importati da cinesi.

Non stiamo certamente proteggendo l’irregolarità dei prodotti, stiamo semplicemente constatando che a vostro avviso, la denuncia va imputata solamente a chi importa prodotti non sicuri, tralasciando il colore della sua pelle. Se un operatore occidentale non rispetta le leggi, merita le stesse sanzioni di un operatore orientale, la provenienza, il colore della pelle, la differenza di cultura non sono un motivo per difendere l’uno o l’altro.

La sicurezza dei prodotti è ciò che dovrebbe accomunare l’obiettivo finale. I controlli devono essere eseguiti e sanzionati in base alla qualità e alla sicurezza dell’utilizzatore finale, non secondo la razza di coloro che importano questi prodotti.
Questa è la nostra conclusione, alla fine i prodotti non sicuri sono destinati soltanto a noi, quindi perché cambiare le cose?

Renato Carraro                                                                                                                                                                                                         C & C sas                                                                                                                                                                                                               Via Lauro, 95                                                                                                                                                                                                           35010 – Cadoneghe (PD) Italia