C’è chi dice no

CiocchinBò, Associazione Italiana Maestri Cioccolatieri, è contraria al cambio di location del Cioccoshow per l’edizione 2017: uno spostamento approvato da CNA Bologna ma ritenuto altamente lesivo sia in termini economici che di immagine

Ci vogliono anni per far crescere una manifestazione ma basta davvero poco per metterla a rischio. Questo il pensiero di CiocchinBò, Associazione Italiana Maestri Cioccolatieri, espresso martedì 17 ottobre nel corso della conferenza stampa convocata per comunicare ai media la propria contrarietà in merito alla decisione del Comune di Bologna di spostare il Cioccoshow. L’annuale appuntamento dedicato al mondo del cioccolato artigianale, si terrà infatti non più nella centralissima Piazza Maggiore bensì relegato nella più decentrata Piazza XX Settembre. L’evento bolognese, il più importante del settore a livello nazionale, è da anni molto sentito, non solo dal pubblico ma anche dagli iscritti all’Associazione che vi partecipano con tutto il loro seguito con convinzione, affezione e notevoli risorse. Non si tratta di un mero momento di vendita ma un’occasione di incontro con il grande pubblico e di diffusione della cultura del cioccolato che, come tale, merita una vetrina di primo piano alla stregua di Piazza Maggiore: “noi siamo sempre aperti al dialogo – spiega Giuseppe Sartoni, Presidente dell’Associazione CiocchinBòpurché si trovi una soluzione che non infici il prestigio dell’evento. Avevamo proposto via Rizzoli o via Indipendenza, ma riteniamo che Piazza XX Settembre sia troppo decentrata e che non crei il giusto richiamo per mantenere vivo il successo del Cioccoshow, dopo tutto l’impegno profuso per elevarlo a livello nazionale e oltre”.

Anche Marco Biolzi, membro di ACAI, l’Associazione Cioccolatieri Artigiani Italiani, conviene sul fatto che lo spostamento sia peggiorativo: “nel considerare Piazza XX Settembre una zona da riqualificare, il Comune ha implicitamente ammesso il minor prestigio dell’area e quindi il cambiamento sfavorevole della location”.

Un decentramento, quello dell’anno in corso, che peraltro non si spiega neanche in ragione dell’abbattimento dei costi, visto il contributo elevato e sproporzionato rispetto alla location concessa: “non ci spieghiamo il motivo per cui lo scorso anno in Piazza Maggiore per cinque giorni ci sia stata richiesta una cifra pari a circa 780 euro + iva per ciascuna delle cinque giornate di esposizione, mentre per quest’anno il conto economico richiesto ammonti a circa 830 euro + iva per ognuna delle tre giornate, nonostante la posizione molto meno frequentata e lo sgravio da parte del Comune della tassa di occupazione di suolo pubblico che, insieme alla tassa per i rifiuti, constava di circa 4000 euro per la durata complessiva dell’evento”, afferma Antonio Schettini, Presidente dell’Associazione Choco Amore.

Non è solo una questione di denaro, ma si tratta del tradimento del rapporto affettivo instaurato in questi anni con Bologna e il suo pubblico. Basti pensare che alcuni miei clienti mi contattano, anche dall’estero, per potermi raggiungere nei giorni di manifestazione direttamente allo stand – si rammarica Marina Marchiori, Vice Presidente dell’Associazione CiocchinBò, che continua: “è inammissibile che una decisione di tale portata sia stata presa senza aver preventivamente interpellato i fautori del successo stesso della kermesse, ovvero i Maestri Cioccolatieri, anima pulsante del Cioccoshow. Rende perplessi il fatto che CNA Bologna ci abbia comunicato questa scelta soltanto a luglio, nonostante fosse a conoscenza del cambio di ubicazione già dal mese di febbraio, così come l’irrigidimento della stessa CNA, che non si è opposta a tale scelta e neppure si è fatta portatrice delle nostre istanze e rimostranze”.

Dello stesso avviso anche Giancarlo Maestrone (ACAI): “Siamo basiti per il mancato supporto di CNA Bologna davanti a una scelta che sembra non tener minimamente conto dello sforzo organizzativo dei partecipanti, specialmente in un periodo prossimo al Natale che impone una produzione dedicata e l’abbandono dei propri laboratori. Ecco perché non ci sentiamo più rappresentati dalla compagine associativa, al punto che molti di noi hanno scelto spontaneamente di prendere le distanze dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato”.

Anche Schettini conferma di voler effettuare la disiscrizione dal CNA Bologna, ma un altro dato molto significativo è la spontanea rinuncia di due terzi dei circa 40 associati di CiocchinBò, unitamente a 16 aziende di ACAI e 15 di Choco Amore, all’edizione 2017.

Le Associazioni, pressoché all’unisono, non si accontentano di spiegazioni evasive e aleatorie in merito allo spostamento dell’area di svolgimento, che implica indubbiamente un passo indietro rispetto alle edizioni precedenti, in cui la città è stata letteralmente invasa da oltre 350.000 presenze. Un indotto importante, non solo per gli espositori, ma anche per le attività commerciali del centro storico, così come per quelle ricettive e ristorative, che dovrebbe pertanto stare a cuore a tutte le istituzioni e le compagini associative.

La prossima settimana – preannuncia Sartonici sarà un incontro di interrogazione comunale con un contraddittorio alla presenza della CNA Bologna durante il quale esporremo le nostre ragioni. Abbiamo bisogno di riorganizzarci: già stiamo pensando al prossimo anno e a come imbastire già da ora un’edizione 2018 degna di tale nome. Il nostro atteggiamento sarà estremamente collaborativo, a patto che vengano rispettate anche le nostre necessità”.

Le numerose domande rivolte dai tanti cronisti presenti lasciano presupporre che la questione avrà ulteriori risvolti nelle prossime settimane.

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