Svizzera e protezionismo americano

Le dinamiche commerciali tra i paesi sono molto cambiate (o rischiano di cambiare) con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. Il protezionismo del tycoon è cosa nota, e questo si sta traducendo in una serie di iniziative che tengono sull’allerta molti paesi. Tra questi c’è anche la Svizzera. Il paese elvetico sarebbe infatti uno di quelli inseriti in una lista di paesi “sorvegliati” dagli USA, a causa del loro surplus commerciale. In sostanza per via del fatto che esportano tanto negli USA, ma senza importare allo stesso modo.

La notizia ha allarmato alcuni rappresentanti dell’economia elvetica, tanto da spingerli a chiedere lumi al Dipartimento americano del Commercio, tramite una lettera indirizzata all’amministrazione Trump. In essa vengono respinte le critiche avanzate dagli americani. In realtà a ben vedere il surplus c’è e pure evidente.

Nel corso del 2016 gli scambi tra Svizzera e USA hanno raggiunto un volume di circa 60 miliardi di franchi. Gli americani sono così diventati il secondo partner commerciale della Svizzera. Tuttavia le importazioni sono 1 volta e mezza le esportazioni. Per la precisione le importazioni sono pari a 23,6 miliardi di franchi, le esportazioni invece arrivano a 36,4 miliardi. Tuttavia la forza del franco svizzero negli ultimi tempi è cambiata. Il Money Flow index indicatore trading rivela infatti che la valuta elvetica ha acquisito valore, e questo chiaramente va a svantaggio dell’export. Insomma quel surplus è destinato in parte già a rientrare nel corso del 2017.

Chiaramente però molto dipenderà dal futuro del cambio franco dollaro. La coppia USD / CHF nella giornata di ieri ha guadagnato più di 50 pips in pochi minuti, a seguito dell’ultimo rapporto sui Non Farm Payrolls. Con la Candele Heikin Ashi tecnica abbiamo visto la coppia scambiare al livello di 0,9743, in crescita dello 0,58% e con valori che non si vedevano da oltre un mese e mezzo.

L’idea è di contribuire a garantire che le relazioni commerciali tra Berna e Washington siano corrette, indica Jan Atteslander, specialista del commercio esterno a economiesuisse citato dal settimanale.

La camera di commercio Svizzera-Stati Uniti, con sede a Zurigo, si è interessata alla questione. Secondo il giornale, le due entità hanno elaborato questa presa di posizione nel quadro di un’audizione pubblica al Dipartimento americano del commercio. Per i promotori di questa azione era importante inviare un segnale.

Le imprese elvetiche hanno creato circa mezzo milione di posti di lavoro e ammontano a circa 258 miliardi di dollari i soldi investiti dagli elvetici negli Stati Uniti, sottolinea la lettera. Inoltre, il deficit commerciale non sarebbe così grande se gli americani prendessero in considerazione anche lo scambio di servizi.

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