Federico Greco: tra le eccellenze italiane nel mondo del cinema

Se ne sente molto parlare, è ormai tra le certezze del cinema italiano, ma chi è realmente? Regista e sceneggiatore, Federico Greco è innanzitutto un artista eclettico del panorama cinematografico. Scrive e dirige dal 1997 documentari per il mercato internazionale, ma anche lungometraggi e cortometraggi di grande successo. Tra le sue collaborazioni prestigiose anche quelle con la Rai e Sky, oltre a testate giornalistiche per le quali ha scritto come giornalista e critico, e collabora con il Noir in festival di Courmayeur. Insegna cinema all’Accademia di belle arti di Perugia, al Dams, al Csc e alla Scuola teatro Cineteatro di Roma, e ha creato festival internazionali come Borderlands – Terre di confine e Vedo corto. I suoi lavori sono approdati in Argentina, Corea, Olanda e Israele, nei più importanti festival internazionali. Ha iniziato la sua carriera a diciotto anni come assistente alla regia per alcune fiction, continuando poi come operatore e di tanto in tanto come montatore. Il suo primo lavoro lo compie insieme agli amici Mauro Di Flaviano e Stefano Landini realizzando un documentario su Stanley Kubrick venduto poi alla Rai. Sarà quella la sua prima vera esperienza nel mondo del cinema, e anche la sua prima soddisfazione, che gli permetterà di farsi conoscere soprattutto in Italia, continuando poi a proporre progetti per la tv.

I suoi lavori

Tra i registi più attivi nel panorama del cinema italiano, sono tanti i suoi successi che spaziano principalmente tra corti e documentari, con grandi risultati da parte del pubblico e della critica internazionale. Nel 2001 si è dedicato al documentario Un altro mondo è possibile, dirigendo la fotografia. Due anni dopo a lavorato alla regia, al soggetto e alla sceneggiatura del documentario Ambiguità e disincanto – Il cinema di Emidio Greco. Nel 2004, invece, il suo impegno si è diviso tra Fuori fuoco – Cinema, con Mazzino Montinari e con altri registi e scrittori della scena culturale italiana, Ribelli e rivoluzionari, del quale ha curato la regia, il soggetto, montaggio e sceneggiatura, e ne Il mistero di Lovecraft, del quale si è occupato della regia nell’opera prima e del soggetto e della sceneggiatura, avendo anche una parte come attore nello stesso film. Nel 2007 ancora un documentario: Gli invisibili – Esordi nel cinema italiano 2000-2006, mentre nel 2009 ha curato la regia, la sceneggiatura e il soggetto del documentario Piero della Francesca e il polittico della misericordia. Nel 2010 ha lavorato a tre documentari: Termini underground, nel quale ha preso parte alla fotografia, alla produzione e come operatore; Stanley and us – the movie, per la sceneggiatura, regia e per il soggetto; Mei – voci migranti, per la fotografia, la regia, il soggetto, il montaggio e le riprese. Nel 2013 dopo aver lavorato al corto Nuit americhèn ha preso parte al documentario Alfonsine casa dell’Agnese, curando la fotografia, e al corto End, nel quale ha svolto un gran lavoro principalmente come regista, attore, sceneggiatore. Nel 2014 è stata la volta dei corti Angelika, Sopra elevata, e Questione di sguardi. Nel 2015 è tornato a vestire i panni del regista e sceneggiatore con End – the movie, del quale ha curato anche il soggetto e la fotografia.

Greco e il genere mockumentary

Tra i lavori cinematografici di Federico Greco c’è anche il mockumentary: un genere televisivo e cinematografico in cui si spaccia per reali eventi di fantasia. Lo chiamano anche falso documentario, proprio per rendere l’idea della volontà d’ingannare lo spettatore tramite il racconto di fatti mai avvenuti. Questo genere è infatti un modo per costringere gli spettatori a una riflessione: cosa c’è di vero nella marea di cose che ci vengono raccontate al giorno d’oggi? Greco si appassiona da subito a questo genere aggiungendo intensità drammatica e creando così spunti di riflessione. Il regista non è un amante del sangue e della violenza “a tutti i costi”, preferisce far passare tramite il linguaggio il fuori campo e il non detto. Proprio per questo il genere del mockumentary risulta uno strumento importante per tenere i mostri fuori campo e lavorare così nella mente dei personaggi. Uno dei suoi successi di questo genere è Il mistero di Lovecraft – road to L., fatto nel 2005, che racconta un ipotetico viaggio fatto dal celebre scrittore in Italia.

Due differenti successi: Nuit Americhèn e Fuori fuoco

Tra i suoi lavori più creativi c’è sicuramente il corto Nuit Americhèn, che ha avuto un grande successo spopolando in vari festival italiani e stranieri. Si capisce benissimo il rapporto che l’autore ha con il cinema di genere: un rapporto mai scontato e sempre molto originale. Il corto parla di una casa in cui si annida qualcosa di orribile e che sarà scoperto da una giovane troupe che usa il posto per girare alcune scene di un film. L’idea del corto nasce in seguito al tentativo di fare un film a episodi sul filone del genere horror italiano. La sceneggiatura, scritta da Greco insieme a Maltagliati, è quella di una commedia nera che si pone come obiettivo quello di far riflettere sulla crisi culturale ed economica degli ultimi sette anni in Italia. Altro successo di Greco, realizzato due anni prima, è Fuori fuoco. A spingere il regista verso la sua creazione è il fatto che nel 2003 si stavano realizzando ben quattro documentari sul caso Moro, essendo il venticinquesimo anniversario dalla scomparsa di Moro, nessuno dei quali a suo avviso in grado di centrare il bersaglio. Come lo stesso regista ammette, i suoi modelli nel fare Fuori fuoco sono stati film del calibro di Giù la testa, di Leone, o ancora Elephant, di Gus Van Sant, in grado di far capire alle persone che il cinema si fa raccontando storie e non tramite politica.