Valute, il peso è tornato a respirare dopo la fine del rally del super-dollaro

Il peso messicano è tornato a respirare nell’ultimo periodo. I dati macro di qualche settimana fa, relativi all’inflazione, hanno dato la spinta che serviva alla banca centrale messicana per innalzare il tasso di interesse di 50 punti base, portandolo da 5,75 a 6,25. L’inflazione annua è cresciuta di recente al 4,71% dal 3,36%. Da qui la possibilità di operare una stretta monetaria che ha consentito al peso di risalire la china nel mercato delle valute. Per tutto il mese di gennaio il peso era stato sostenuto attraverso vendite massicce di dollari (anche 2 miliardi).

Il cross Usd-Mxn nel mercato delle valute

valute pesoIl cross Usd-Mxn subito dopo l’elezione di Trump era schizzato da quota 18,3103 fino a 20.8077. Il tutto peraltro è accaduto nel giro di pochissimi giorni (l’abbiamo visto sulla nostra piattaforma ig conto demo). Questo ha messo ulteriore pressione sull’economia del paese americano. Hanno pesato, non serve neppure ricordarlo, le dichiarazioni improntante al protezionismo del nuovo presidente degli USA, che hanno fatto da ago della bilancia più di quanto non facciano i fondamentali economici.

Dalla fine di gennaio però il vento è cambiato, per la gioia di chi l’ha messo al centro delle proprie migliori strategie opzioni binarie 15 minuti. Il rally del dollaro ha infatti cominciato ad avvertire delle battute d’arresto. Questo perché è emerso maggiore scetticismo riguardo alle politiche che metterà in campo l’amministrazione Trump. Allo stesso tempo, i dati economici che giungevano dal Messico hanno invece spinto il peso messicano, che ha recuperato terreno. Tanto che dopo l’aumento del tasso di interesse è riuscito a toccare quota 19.6862, valori che non si vedevano da 3 mesi.

Difficile però che al prossimo incontro della Banca centrale messicana, in programma il prossimo 30 marzo, possa esserci un nuovo rialzo dei tassi di interesse. L’istituto centrale punterà probabilmente ad avere dei dati economici che testimonino un consolidamento forte dell’economia. Soltanto dopo, eventualmente passerà all’azione. Anche perché in tutto questo va considerato l’atteggiamento della FED, che sembra pronta ad una manovra restrittiva. Ricordiamo infatti che ha messo in preventivo 3 rialzi dei tassi nel corso del 2017. Finora non ce n’è stato neanche uno.