I musei vaticani

Nel complesso dei “Musei Vaticani” si cela una realtà multiforme e versatile. I più antichi sono i musei di scultura greco-romana:

– il Pio Clementino, fondato alla fine del ‘700 da Pio VI con i proventi del gioco del lotto;
– la Galleria Chiaramonti (1808) e il Braccio Nuovo (1816-1822), voluti da Pio VII per compensare l’asportazione dei capolavori a Parigi decisa da Napoleone con il Trattato di Tolentino;
– il Gregoriano Profano, creato nel 1836 al Palazzo Lateranense da Gregorio XVI e negli anni ’70 trasportato nell’ala Paolo VI dei Musei Vaticani.

In essi sono contenute alcune delle opere di scultura classica più famose al mondo, come l’Apollo del Belvedere, il Laocoonte, l’Augusto di Prima Porta, il gruppo di Atena e Marsia.

Non meno suggestivi sono gli allestimenti che ancora in gran parte rispecchiano quelli originali, progettati da illustri funzionari al servizio dei papi, come Giovan Battistaq ed Ennio Quirino Visconti ed Antonio Canova. Del Canova si conservano anche nel Pio Clementino tre importanti sculture: il Perseo, e gli atleti Creugante e Damosseno.

In questi musei l’opera d’arte è vista nella sua lontananza storica e questo ha favorito un vasto sforzo ricostruttivo da un lato, imitativo dall’altro, che si esprime dal punto di vista architettonico in solenni strutture riecheggianti l’antico, ad esempio la Sala Rotonda e il Braccio Nuovo in stile romano di epoca imperiale.

La conservazione invece, disprezzando lo stato di frammentazione e di incompletezza in cui versavano molte sculture, favoriva restauri integrativi e interpretativi, oggi non più adottati, ma conservati spesso per ragioni storiche.

Nell’800 la passione per l’etruscologia e l’egittologia diede vita a due complessi museali, fondati da Gregorio XVI: il Gregoriano Etrusco, frutto di campagne di scavo e di acquisti, e il Gregoriano Egizio, che espone tra l’altro una selezione di opere di imitazione romana, realizzate per la villa dell’imperatore romano Adriano a Tivoli.

Poichè l’antico palazzo del Vaticano non era più sufficiente ad accogliere tutte le opere d’arte, nuove raccolte vennero costituite nel palazzo Lateranense, dove si trovava già il Gregoriano Profano: il museo Pio Cristiano e il museo Missionario Etnologico.

Infine, si trovano la Pinacoteca e la Collezione di Arte Religiosa Moderna. La prima, sorta per desiderio di Pio VII, che volle venissero conservati in Vaticano i dipinti recuperati a Parigi dal Canova nel 1815, è composta per la quasi totalità da dipinti di soggetto religioso. I quadri profani furono infatti scambiati con altre opere della Pinacoteca Capitolina, che nel ‘800 era ancora di competenza pontificia.

Fra di essi si annoverano alcune pitture del XVII secolo, come la Deposizione di Cristo del Caravaggio, l’Ultima comunione di San Girolamo del Domenichino, il Martirio di Sant’Erasmo di Nicolas Poussin, il Martirio dei Santi Processo e Martiniano di Jean de Boulogne, detto il Valentin.

Fra le opere rinascimentali si segnalano una sala dedicata a Raffaello, con dipinti quali la Madonna di Foligno e la Trasfigurazione, e gli arazzi realizzati su suo disegno da Pieter Van Aelst per decorare la Cappella Sistina durante alcune funzioni solenni.

Altri capolavori rinascimentali sono il San Girolamo, incompiuto di Leonardo, la Deposizione du Giovanni Bellini e i Miracoli di San Vincenzo Ferreri del ferrarese Ercole de Roberti.

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