Leo Gullotta al Verdi ne Le allegre comari di Windsor

La beffa, il sarcasmo, la voglia di vendetta e su tutto la capacità di cogliere il ridicolo in qualsiasi gesto. Una sfida a cui un attore del calibro di Leo Gullotta non poteva sottrarsi. Il sipario del Teatro Verdi di Salerno si alzerà giovedì 2 febbraio alle 21 su “Le allegre comari di Windsor”, capolavoro shakespeariano in cui Fabio Grossi dirigerà un nutrito cast. Oltre all’artista siciliano, infatti, saranno in scena Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini, Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Pristina, Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari. Luigi Perego firma le scene e i costumi, Germano Mazzocchetti è autore delle musiche, mentre Monica Codena e Valerio Tiberi curano rispettivamente le coreografie e le luci. Mimmo Verdesca è assistente alla regia. Lo spettacolo resterà in cartellone fino a domenica, quando l’ultima replica si terrà alle ore 18.30. Sir John Falstaff è una figura a suo modo affascinante. La corporatura gigantesca riflette l’esuberanza del suo spirito, la sua voglia di vivere e di soddisfare desideri senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Decide di corteggiare due donne abbienti contemporaneamente e questo lo esporrà al bisogno di rivalsa delle due e dei loro mariti, generando una serie di situazioni esilaranti. È intenzione del regista guardare anche alla contemporaneità senza fare violenza al testo. Colpire chi è ritenuto colpevole- anche se quella stessa colpa seduce e chi si erge a giudice sarebbe ben lieto di commetterla- può rivelarsi occasione, ieri come oggi, di far trionfare il comodo senso comune per il piacere della sopraffazione più che della giustizia. In una leggerezza animata da irresistibile cattiveria dove la posta in gioco è appunto, più che la credibilità, la capacità di aver la meglio sull’avversario, il protagonista ci dice a chiare lettere che è la vita a essere grottesca e a tendere trappole in cui –è inutile illudersi- tutti a turno cadremo.

Gemma Criscuoli

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