[LAV Sicilia] CACCIA, OGGI CHIUSURA STAGIONE. BILANCIO-SHOCK DI 5 MESI: 2 MORTI E 6 FERITI

CACCIA, OGGI CHIUSURA DELLA STAGIONE

BILANCIO-SHOCK DI 5 MESI: 2 MORTI, 6 FERITI E MIGLIAIA DI ANIMALI TRUCIDATI DA 53MILA CACCIATORI

LAV: ANNO NERO PER LA SICILIA, LA “TOLLERANZA POLITICA” HA FAVORITO IMPENNATA DEL BRACCONAGGIO. ASSEDIATE DAI FUCILI LE ZONE E LE SPECIE PROTETTE

Oggi al tramonto termina la stagione venatoria iniziata in Sicilia il 2 settembre 2006 con un’apertura anticipata in deroga alla legge statale decisa, tra le polemiche, dall’Assessore regionale all’Agricoltura on. Giovanni La Via. Bilancio-shock di 5 mesi: fra le vittime umane 2 morti e almeno 6 feriti (solo quelli resi noti dalla stampa); nella stagione 2005/2006 furono sempre 2 i morti e 5 i feriti. Decine di migliaia, invece, gli animali trucidati da 53mila cacciatori appartenenti a 26 (!) specie condannate a morte dal calendario venatorio, tra cui specie rarissime, come la canapiglia, o endemiche e minacciate, come la lepre italica.

“E’ stato un anno nero per la Sicilia con una stagione venatoria micidiale e sanguinaria per tutte le specie, umane e non – dichiara Ennio Bonfanti, della LAV Sicilia-: abbiamo assistito ad un aberrante attacco alla natura ed all’impennata del bracconaggio che ha colpito anche le zone protette come il Parco delle Madonie. Nonostante un’azione repressiva particolarmente efficace soprattutto di Carabinieri e Corpo Forestale, cui va il nostro vivo apprezzamento – continua Bonfanti – sono stati tantissimi i casi di caccia selvaggia: aironi (specie protette) abbattuti in città a Palermo ed un occhione (protetto) ferito mortalmente nell’Agrigentino il giorno dopo l’apertura della caccia; cacciatori con armi illegali modificate; rapaci ed altri uccelli super-protetti salvati dal Wwf nella prima settimana di caccia (una poiana, una ghiandaia marina e uno sparviero in provincia di Messina, due poiane e due barbagianni in provincia di Catania; un fenicottero e un falco grillaio in provincia di Caltanissetta); cacciatori con richiami elettromeccanici proibiti o sorpresi in battute notturne denunciati dai Carabinieri nel Palermitano; ecc.”. Calcolare con esattezza gli animali uccisi è difficile; basti solo pensare che, secondo il calendario assessoriale, ogni cacciatore ha potuto uccidere 15 animali al giorno, ovvero 795mila (!) animali al giorno per l’insieme delle doppiette siciliane.

“Dopo i drammatici incidenti anche mortali, la Regione non ha avuto il buonsenso né di sospendere la caccia né di approvare quei correttivi alle norme regionali a tutela della pubblica e privata incolumità coltre che a tutela del patrimonio faunistico – ricorda Bonfanti – come proposto dalla LAV con continui appelli del tutto ignorati dall’Assessore La Via”. Secondo la LAV i tanti morti e feriti che la caccia causa in Sicilia ed il dilagare del bracconaggio sono la micidiale conseguenza della legge venatoria regionale n. 33 del 1997 e della politica estremista “filodoppiette” finora attuata dalla Regione: norme troppo permissive che consentono di sparare sempre e ovunque. Per legge almeno il 60% del territorio agro-silvo-pastorale di ogni provincia deve essere obbligatoriamente destinato alla libera caccia ed ogni cacciatore può entrare nei fondi privati anche contro il volere del proprietario (art. 842 del codice civile). In Sicilia si può sparare 5 giorni a settimana da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, quindi in condizioni di visibilità precarie. Insomma, la caccia è un problema di pubblica e privata incolumità che le norme regionali – fatte apposta per incoraggiare una caccia sfrenata, distruttiva e pericolosa – ignorano colpevolmente pur di non far mancare il consenso elettorale delle doppiette verso i politici siciliani.

“Il Governo Cuffaro e la gran parte delle forze politiche dell’Assemblea regionale siciliana (sia di maggioranza sia di opposizione) hanno espresso in questi anni una totale sudditanza verso la potente lobby armieristico-venatoria, dimostrando di non sapersi sottrarre al ricatto elettorale di questo bacino di voti. Speriamo che dopo il terribile bilancio di questa stagione di caccia – auspica infine Bonfanti – la classe dirigente siciliana sappia intervenire anche in questo settore per dare tutela al patrimonio della fauna selvatica, ripristinare la legalità nel mondo della caccia e rispettare la volontà del 76,5% dei siciliani, favorevoli alla totale abolizione della caccia”.

31.01.2007

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